All’indomani della promozione conquistata dal suo Monza, Silvio Berlusconi torna sulla politica in una lettera inviata al direttore del Corriere della Sera. Il leader di Forza Italia disegna il futuro centrodestra e ritorna in parte sulle dichiarazioni che hanno fatto discutere.

Berlusconi nella lettera al Corriere: “Pieno sostegno al governo”

Silvio Berlusconi, in una lettera inviata a Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera, torna a parlare del progetto futuro del centrodestra, di cui si sente ancora protagonista:

Un progetto liberale, cristiano, europeista, garantista, che rende Forza Italia qualcosa di unico nella storia e nella politica italiana. L’espressione in Italia della maggiore famiglia politica europea, il Partito popolare europeo“.

Nella manifestazione che si è tenuta a Napoli, solo pochi giorni fa, Forza Italia si è stretta non solo intorno alla mia persona, ma ha sposato la nostra linea chiara e responsabile. La linea di chi si è messo in prima fila nel sostegno leale al governo Draghi fino alla scadenza naturale della legislatura“.

No all’idea di un partito gerarchico e privo di condivisione

Poi un passaggio sui rapporti con gli alleati, negli ultimi tempi un po’ burrascosi:

È naturale che in un grande partito liberale possano esistere differenze di opinione su singoli temi. Fa parte della normalità, anzi spesso può rivelarsi costruttivo per il partito stesso. In passato veniva mossa la critica opposta, quella che vedeva Forza Italia come partito-azienda o addirittura partito-caserma“.

Nego che esista una struttura simile. Da noi, al contrario di quello che spesso si legge, si parte da una larga discussione per poi giungere a una sintesi di cui io sono espressione e garante in quanto leader fondatore“.

Ultima battuta sul capitolo Ucraina, le cui dichiarazioni del Cavaliere avevano sollevato qualche sopracciglio:

L’Ucraina è il Paese aggredito e noi dobbiamo aiutarlo ad attuare la propria difesa. Forza Italia appoggerà sempre l’Europa, dalla parte dell’Alleanza Atlantica, dalla parte dell’Occidente, dalla parte degli Usa. La crisi va risolta in tempi brevi, serve un nuovo assetto sulla sicurezza nei Paesi dell’Est