In attesa di capire gli sviluppi rispetto ai cyber attacchi pianificati dagli hacker russi sul territorio italiano – programmato per le 5.00 di questa mattina – al capitolo della guerra tra Russia e Ucraina si aggiungono le parole di Sergej Viktorovič Lavrov che ha parlato del rapporto del Cremlino con i paesi dell’Occidente e dello stato di salute attuale di Vladimir Putin, da mesi messo sotto il mirino della comunità internazionale.

Guerra Russia Ucraina, Lavrov: “Putin non è malato”

In una intervista rilasciata al canale televisivo francese TF1, il ministro degli Esteri russo Lavrov ha parlato in questa maniera:

“Non intendiamo dire che le porte della ripresa del dialogo siano chiuse. Ma giudicheremo le intenzioni dell’Europa solo da azioni concrete. Abbiamo imparato la lezione. In questo senso la situazione è cambiata rispetto alla fine della Guerra Fredda.”

Il politico ha quindi voluto smentire ogni problema di salute per quanto riguarda Putin:

“Non credo che qualcuno che sia sano di mente possa vedere in questa persona (Putin) dei segni di malattia o di un disturbo qualsiasi. Potete vederlo in tv, leggere o ascoltare i suoi discorsi. Lascio coloro che diffondono simili voci risolvere la questione con la propria coscienza, nonostante le occasioni quotidiane che hanno di verificare ciò che è.”

Le parole di Zelensky nella notte

Nella notte, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rilasciato il suo consueto video di aggiornamento – dopo la sua visita di ieri a Kharkiv:

“La Russia ha già perso la battaglia di Kharkiv, non solo la battaglia per Kiev e il nord del nostro Paese. Ma ha persone anche il suo stesso futuro e qualsiasi legame culturale con il mondo libero. Un terzo della regione di Kharkiv è ancora sotto occupazione. Libereremo sicuramente l’intero territorio”

Il leader ucraino ha quindi specificato – ancora una volta – la situazione, sempre complicata, nel Donbass:

“Il 90% delle abitazioni di Severodonetsk è stato danneggiato. Conquistare la città è un obiettivo fondamentale per gli occupanti. Non gli importa quante vite dovranno pagare per il loro tentativo di innalzare la bandiera russa».