Singolare episodio all’ospedale di Padova, dove una bambina di soli sei mesi è risultata positiva alla cocaina. La piccola, originaria di Chioggia, si trova in osservazione da due settimane all’Ospedale Universitario del capoluogo euganeo. I principali segni di contaminazione indiretta si registrano sulla cute e sull’epidermide e hanno provocato seri traumi cerebrali. Sul caso indaga la Procura.
Bambina positiva alla cocaina, indaga la Procura di Padova
Un bambina di 6 mesi, ricoverata da due settimane presso la terapia intensiva a Padova, è risultata positiva alla cocaina. Si esclude categoricamente che la piccola abbia fatto uso diretto della sostanza stupefacente, non a caso sono stati rinvenute tracce all’altezza del cuoio capelluto e degli strati superficiali della pelle. Da qui la necessità di approfondire le cause, che hanno poi portato a serie conseguenze sul piano neurologico.
Al momento la neonata è sottoposta a specifiche cure ospedaliere da parte dell’azienda sanitaria, sul caso indaga la Procura di Padova. Osservati speciali sono i genitori della bambina, i parenti più prossimi che potrebbero aver compiuto una distrazione fatale. Le sue condizioni si sono immediatamente aggravate già dai primi sintomi, rendendo necessario il trasporto da Chioggia a Padova in elisoccorso.
Alla fonte del malessere possibili maltrattamenti
I medici ipotizzano inizialmente possibili maltrattamenti e avvisano le forze dell’ordine. La bimba riprende coscienza per un attimo, anche se bisognerà valutare eventuali danni cerebrali e neurologici. I carabinieri di Padova al momento si limitano ad assistere al decorso ospedaliero, considerata la gravità del quadro clinico, ma il punto di partenza sarà certamente l’ambiente familiare.
Secondo le prime testimonianze fornite dai genitori alle autorità, ci sarebbero state delle tensioni tra i due coniugi, con l’affidamento unico alla madre. Una volta appurato l’eventuale reato di maltrattamento, si passerà a capire come abbia fatto la cocaina a penetrare nei tessuti vitali della piccola.