Il prof. Andrea Canevaro ci ha lasciato. Emerito di pedagogia speciale dell’Università di Bologna, si può dire che sia stato il fondatore in Italia della “pedagogia speciale” o forse sarebbe più appropriato dire che ne è stato l’ “inventore”, termine che rende meglio la creatività con cui si approcciava ai problemi come studioso e come persona.
Quello di Andrea Canevaro è forse un caso emblematico di come lo studioso fosse inestricabilmente indistinguibile dalla persona. Il professore dall’indiscusso prestigio internazionale svolgeva le sue attività accademiche con tutta l’umanità della persona Andrea Canevaro.
Ci lascia un patrimonio culturale di studi ed esperienze preziosissimo, che ha continuato ad arricchire sino all’ultimo: negli ultimi anni si definiva un “pensionato operoso”. Sapeva magistralmente saldare l’approfondimento scientifico con la piena consapevolezza del fatto che persone vere in carne e ossa, spesso bambini (ad aiutare i quali in fondo ha dedicato la vita), erano i protagonisti delle sue ricerche. Non era dunque un teorico puro, ma uno scienziato di grande valore che si calava “con tutte le scarpe” nella vita delle persone. E si è dedicato alle persone con disabilità, a chi incontra molte più difficoltà degli altri ad essere accettato o ad esser riconosciuto anche lui prezioso, come tutti, per la comunità in cui si trova; a cominciare dalla scuola, da una singola classe.
Il suo insegnamento sull’«appartenenza» parla da sé: la «originalità di un individuo è nell’appartenenza ad una pluralità di originalità che compongono una società». La metafora del «patchwork» rende appieno il senso di questa prospettiva: «Un bel patchwork, che significa “lavoro con le pezze”, valorizza il singolo pezzo di stoffa nell’insieme. I singoli pezzi vanno accostati e cuciti per formare un insieme di gusto, con diversi colori e stoffe che armonizzino per accostamento e collocazione. La composizione può essere geometrica, per sovrapposizione, con decorazioni ritmiche… e può dare un risultato sgargiante o sobrio… Le possibilità sono molte, e sono date dalla varietà, non certo dall’omogeneità».
Abbiamo perduto un grande Maestro; direi di più: un grande saggio. Mi sia consentito: un gigante, un gigante umile; questa sua natura esprime tutta la sua grandezza.
Ho avuto l’onore di conoscerlo diversi anni fa ad un convegno organizzato dall’Associazione Italiana Persone Down di Belluno. Mi avvicinai e doverosamente nel rivolgermi a lui utilizzai la parola “Professore…”; mi interruppe subito con un gesto gentile e disse “Andrea…”.
E allora, tristi, ma avvertendo ancora la grande gioia di averlo conosciuto personalmente e attraverso i suoi studi, salutiamo il prof. Canevaro nel modo che –credo- lui amerebbe: Ciao, Andrea.
Federico Girelli
Professore di Diritto costituzionale
Università Niccolò Cusano – Roma