“Il parlamento ha avuto anni e anni per risolvere quei problemi oggetto dei referendum sulla giustizia e purtroppo non ha lavorato come avrebbe potuto”. Così il professor Bartolomeo Romano, ordinario di diritto penale all’Università di Palermo e vicepresidente del ‘Comitato sì per la liberà, sì per la giustizia’, intervenuto al Tg Plus di Cusano Italia TV.
Referendum, Romano: “Con il Sì si cambia concretamente la giustizia”
“La riforma Cartabia è una riforma assolutamente tiepida e incapace di affrontare tantissimi problemi che la nostra giustizia ha notoriamente” ha aggiunto l’avvocato cassazionista. “E che tutti i cittadini possono verificare entrando in un’aula di tribunale o semplicemente sfogliando le pagine di cronaca.
Purtroppo la nostra giustizia è messa molto male. In uno stato comatoso. E allora bisogna intervenire in profondità con riforma quanto più possibile incisive. Se il parlamento non riesce a farle allora che siano i cittadini a poterle fare tramite lo strumento referendario. Se dicessi che i referendum sono una bacchetta magica direi una menzogna. Ma se dicessi che sono inutili perché non riescono a cambiare la giustizia direi un’altra bugia. La verità sta nel mezzo.
I referendum aiutano a cambiare la giustizia penale, e la giustizia in generale, in meglio. Certamente non risolvono tutti i problemi che la giustizia italiana ha ma sono dei passi decisivi e fondamentali. Votando sì si cambia concretamente la nostra giustizia”.
Referendum: il quesito sulla legge Severino
Il prof. Romano ha spiegato poi le ragioni del quesito sulla legge Severino. La quale, come dice l’ex membro laico del Csm, “incide anche sui soggetti che sono sottoposti a procedimento penale e quindi non sono neanche stati giudicati definitivamente come responsabili del fatto. Sappiamo benissimo che un processo su due si conclude con l’assoluzione piena della persona sottoposta alle indagini.
Il giudice che deve decidere se una persona si possa candidare o meno, e se debba poi decidere che quella persona è meritevole di essere votata o no, è uno e uno solo. Cioè il corpo elettorale. Cioè i cittadini. Non si può dare alla magistratura una supremazia totale tale da decidere chi è meritevole e chi non è meritevole di essere candidato.
Dobbiamo riappiopparci della politica. Sia la politica a fare le selezioni, siano i cittadini a votare secondo coscienza e in piena libertà. Sperando che i cittadini svolgano fino in fondo il loro compito di soggetti capaci di incidere. Come democraticamente la nostra Costituzione prevede sin dal suo primo articolo”.
Rivedi l’intervista completa a Bartolomeo Romano al Tg Plus condotto da Aurora Vena
Leggi anche: Giustizia, Bonifati (Comitato NO): “Questi referendum sono dei ‘taglia e cuci’”