Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha parlato della Cina e del suo presidente. Il segretario di stato americano ha dichiarato che la Cina è più repressiva in casa e più aggressiva al di fuori dei confini. Ma ha rassicurato che gli USA non si lasceranno intimidire e competeranno con la Cina per difendere i loro principi e i loro interessi. Il tutto arriva a ridosso del primo viaggio asiatico del presidente Joe Biden. Viaggio volto a rafforzare la presenza americana nel continente in funzione anti-cinese soprattutto la questione di Taiwan.

Le dichiarazioni di Blinken sulla Cina: No alla guerra fredda

Blinken ha subito espressamente dichiarato che gli Stati Uniti non vogliono una guerra fredda anzi sono “determinati a evitarla”.

“La Cina – ha proseguito il segretario di Stato americano – è parte integrante dell’economia globale e della nostra abilità di risolvere problemi come il cambiamento climatico e il Covid-19. Diciamolo in modo semplice, gli Stati Uniti e la Cina dovranno avere a che fare gli uni con l’altra per il prossimo futuro.

Ciò che Blinken riconosce è che quello tra i due paesi è un rapporto molto difficile e che la sfida posta dalla Cina rappresenta un vero e proprio test per la democrazia americana. Inoltre Blinken ha dichiarato che gli Stati Uniti competeranno “con la Cina per difendere i nostri interessi e costruire la nostra visione del futuro”.

La Cina compromette il suo successo recente

Blinken è convinto:

La Cina è l’unico Paese con l’intento di ridisegnare l’ordine internazionale e, sempre più, con il potere economico, diplomatico, militare e tecnologico per farlo. Invece che usare il suo potere per rafforzare le leggi, gli accordi, i principi e le istituzioni che hanno consentito il suo successo, la Cina li compromette. Sotto il presidente Xi, il Partito comunista cinese è divenuto più repressivo in casa e più aggressivo all’estero. Anche se la guerra del presidente Putin continua, restiamo concentrati sulla sfida più seria di lungo termine all’ordine internazionale, che è quella posta dalla Cina”.