Le sanzioni contro la Russia non riguardano solo l’aspetto economico. Infatti, l’Italia revoca quattro onorificenze ai russi. Nello specifico sono state revocate per “indegnità” le onorificenze italiane assegnate ad alcuni personaggi politici russi. Notizia che arriva proprio oggi dopo che Putin ha dichiarato che le sanzioni stanno rendendo la Russia un pò più forte. I radicali italiani sono molto critici con Di Maio accusato di aver conferito ai russi un alto numero di onorificienze nel passato.
Ecco le onorificenze che l’Italia revoca ai russi
Il processo di revoca arriva attraverso due decreti del presidente della Repubblica Sergio Mattarella su proposta del ministro degli Esteri. Nei decreti si legge che l’Italia revoca per indegnità le onorificenze di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Stella d’Italia “a M. M. Vladimirovich, primo ministro della Federazione Russa” e “a M. Denis, ministro dell’Industria”. Sempre per lo stesso motivo viene revocata “l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine della Stella d’Italia a E. V. Leonidovich, segretario di Stato della Federazione Russa, e a K. Andrey Leonidovich, presidente della Banca russa VTB”.
L’Italia e le onorificenze ai russi
L’Italia è uno dei paesi che aveva consegnato un alto numero di onorificenze a uomini di stato e oligarchi russi molto vicini al presidente Vladimir Putin. Tra le tante onorificenze c’è la medaglia di Commendatore ordine al merito della Repubblica italiana consegnata al portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Stesso riconoscimento anche per Igor Sechin, amministratore delegato di Rosneft. Rosneft è il colosso energetico russo sanzionato sia dall’Unione Europea che dagli Stati Uniti d’America.
La reazioni dei radicali italiani
I radicali italiani sono molto critici nei confronti di Di Maio che aveva in passato elargito un alto numero di onorificenze verso personaggi politici e oligarchi russi. Ecco la nota ufficiale dei radicali: “Le azioni di connivenza con la Russia, che hanno visto i nostri governi, soprattutto per mano del ministro Di Maio, elargire a pioggia onorificenze a gerarchi del Cremlino hanno rappresentato un errore politico madornale. Di fronte all’aggressione terrorista e feroce della Russia contro l’Ucraina e contro l’Europa occorre porre rimedio. Per questo mentre ci rallegriamo di queste decisioni torniamo a chiedere con forza che anche le altre 26 onorificenze rimanenti vengano revocatce”.
Un anziano disse:
“Chi è onorato e lodato più del suo valore
subisce un grande danno;
chi invece non è onorato affatto dagli uomini
riceve gloria dall’alto”.
Chi è lodato più del suo valore riceve un grande danno: l’affermazione dell’anziano padre del deserto ci stupisce. Che male può fare un complimento, che danno può arrecare una lode? Le Fonti Francescane riferiscono una frase che ha dei punti di contatto con il detto dell’anziano: “Un uomo, quanto vale davanti a Dio, tanto vale e non di più”. Sia Francesco d’Assisi che l’anonimo padre del deserto nutrono la consapevolezza che il valore di qualcuno non sta nelle cose che fa, e che altri gli riconoscono, e nemmeno in ciò che appare davanti alle persone: il valore non sta nella spigliatezza, nella disinvoltura, nel parlare brillante, in una personalità travolgente; neppure, al contrario, in una modestia ricercata, in un tirarsi indietro che si compiace di se stesso. Il valore di un uomo, di una donna, sta nel suo essere, così com’è, di fronte allo sguardo di Dio, che ama. La “gloria” che si riceve dall’alto consiste nel perdono e nella misericordia di Dio, che in fondo è ciò che più intensamente desideriamo, ciò che in verità ci fa vivere. Il “danno” che può arrecare una lode, quindi, è collegato alla possibilità di perdere di vista la condizione che accomuna tutti, uomini e donne, giovani e anziani: peccatori, bisognosi di amore, sempre amati.
Cosa sono i detti dei padri del deserto?
I detti dei padri del deserto sono parole, trascritte dopo una lunga tradizione orale, pronunciate da uomini e donne che vivevano nel deserto egiziano tra il IV e il V secolo d.C., spesso in risposta a domande poste dai discepoli, giovani che desideravano abbracciare una vita di fede e di preghiera.