La Procura generale ucraina aggiorna il drammatico dato sui bambini uccisi dall’inizio della guerra. 240 giovani vittime, due nelle ultime 24 ore, mentre il totale dei feriti sale a 436. Come la stessa istituzione intende sottolineare, si tratta di numeri provvisori poiché è complicato raccogliere le informazioni provenienti dall’intero Paese.

Sale a 240 il numero dei bambini ucraini uccisi

La Procura generale ucraina riferisce di altri due bambini uccisi a Mykolaiv, portando a 240 il totale delle vittime dallo scorso 24 febbraio, quando la guerra ebbe inizio. La Repubblica di Donetsk è quella ad aver pagato il prezzo più alto, con circa 150 vite spezzate, seguono Kiev, Kharkiv e Chernihiv. Decisamente più drammatica è invece la tesi del Consigliere ucraino Ony Sergiy Dvornyk, che parla di 230mila bambini ucraini rapiti dall’esercito russo.

Intanto, a proposito di pagine nere nei tre mesi di conflitto, il premier finlandese Sanna Marin ha visitato la città fantasma di Irpin, alle porte di Kiev. Lo riferiscono fonti locali, tra cui la segretaria Angela Makeyeva:

Abbiamo mostrato le conseguenze della cosiddetta pace russa e discusso la questione dell’assistenza nella ricostruzione della nostra città. Ringrazio la Finlandia per la sua posizione sull’integrità territoriale dell’Ucraina, per l’imposizione di severe sanzioni contro la Russia e per il supporto e l’assistenza militari forniteci“.

Il comandante dell’esercito ucraino torna a chiedere l’invio di armi

Continuano al contempo i bombardamenti su molte città ucraine. Il comandante capo delle forze armate ucraine, Valeriy Zaluzhnyi, riferisce lo stesso messaggio di Zelensky, vale a dire di una situazione estremamente difficile. Uno scenario che può essere migliorato solamente tramite l’invio di nuovi armamenti:

Abbiamo un disperato bisogno di armi in grado di colpire il nemico a distanze maggiori. Per ora resistiamo, lottiamo per ogni avamposto, ogni insediamento. Le armi e le attrezzature occidentali ci aiutano ad allontanare il nemico dalla nostra terra. Siamo grati per l’assistenza tecnica internazionale fornita ma non devono esserci ritardi, perché il prezzo del ritardo è misurato dalle vite del nostro popolo“..

La pressione su Severodonetsk, ultima roccaforte ucraina a Lugansk, si fa sempre più insistente. La popolazione si è rifugiata, tuttavia la città è pressoché rasa al suolo dagli attacchi russi. Nell’adiacente comune di Lysychansk, sono state poi ritrovate alcune fosse comuni di civili uccisi.