Il tema delle armi è sempre molto controverso, specie quando si verificano episodi come quello della strage nella scuola in Texas. Luca Di Bartolomei, figlio di Agostino di Bartolomei (il grande calciatore della Roma che si suicidò 25 anni fa con una pistola acquistata tempo prima per difendere la famiglia) è intervenuto sul tema ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi su Radio Cusano Campus.

Armi

“Il dramma che ho vissuto io può capitare molto frequentemente -ha affermato Di Bartolomei- e oggi quello che mi interessa non è spiegare il dolore di un figlio che perde il padre, ma la possibilità di un dolore di un padre che potrebbe perdere un figlio. Oggi viviamo immersi nella paura. Abbiamo affrontato due anni tremendi di pandemia. Ma prima della pandemia sembrava vivessimo in un Paese assediato dalla criminalità semplice, dalle persone che andavano a fare furti, rapine in villa, però per fortuna non era così”.

Soffiare sulla paura

“Abbiamo -ha aggiunto Di Bartolomei- una politica a 360 gradi mediocre che soffia su un’artefatta emergenza sicurezza per non parlare dei problemi reali. Uso il termine artefatta perché io me lo ricordo com’era l’Italia di 15-20 anni fa, io sono cresciuto in un Paese in cui mediamente c’erano 3mila omicidi l’anno, fortunatamente oggi ne abbiamo 220. Questo significa che il lavoro delle forze dell’ordine è stato meritorio, ma significa anche che nel frattempo noi siamo invecchiati, la paura è cresciuta e invece che rassicurare si è soffiato su questo vento, ciò porterà ad emergere dei fattori come quelli che abbiamo visto negli Usa”.