Dalla guerra russo ucraina, al posizionamento internazionale del governo Draghi, fino alla comunicazione. Sono i temi affrontati dal senatore di Forza Italia Giuseppe Moles, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, che è stato ospite nel campus dell’Università Niccolò Cusano, in via Don Carlo Gnocchi 3 a Roma.
Giuseppe Moles: difendere Ucraina e spingere negoziato
“La situazione è purtroppo ancora estremamente complessa -ha affermato Moles-. Le evoluzioni non possiamo che guardarle con molta attenzione, poiché sono cambiamenti che accadono ora per ora se non giorno per giorno. E’ ovvio che una possibile soluzione non può che essere accompagnata da una serie di contingenze. Da un lato la possibilità dell’Ucraina di continuare a difendersi, dall’altro la continuità nella spinta per un tentativo negoziale. Speriamo che ciò possa accadere il prima possibile. Ad oggi non si vedono segnali di apertura da parte della Russia, però è ovvio che la Comunità internazionale non possa che continuare a spingere in questo senso”.
L’operato del governo Draghi a livello internazionale
“Se guardo la situazione non da componente di questo governo ma dall’esterno -ha dichiarato Moles-, credo che la posizione dell’esecutivo sia non solo consona ad un ruolo che l’Italia ha riconquistato, ma anche in linea con quella che è da sempre l’appartenenza del nostro Paese alla comunità atlantica e all’Occidente. Si stanno facendo sforzi importanti, a prescindere da qualche piccolo distinguo all’interno della maggioranza. In realtà la linea è ben tracciata. C’è stata un’informativa molto chiara del Presidente Draghi in parlamento che è stata condivisa da tutte le forze politiche di maggioranza e non solo di maggioranza”.
L’importanza della comunicazione
“Dobbiamo distinguere tra la comunicazione istituzionale e quella politica -ha affermato Moles-. A partire dall’emergenza covid abbiamo capito quanto è dannosa la disinformazione. Come governo non possiamo che essere estremamente attenti agli influssi negativi e condizionanti della disinformazione. Fermo restando che solo la professionalità di chi fa informazione può essere una barriera alla disinformazione, quindi anche alle strumentalizzazioni”.