91esimo giorno di guerra in Ucraina contrassegnato da nuovi sviluppi sul piano militare. Tra le novità della mattinata si segnalano il completo controllo del Mar d’Azov da parte dei russi, che si apprestano ad aprire un corridoio per far evacuare le merci dal porto di Mariupol. Intanto proseguono le difficoltà in Donbass, con la regione di Lugansk al collasso, e a Zaporizzja.

Russia, per domani previsto sblocco porti sul Mar d’Azov

Il raggruppamento navale russo ha il pieno controllo del Mar d’Azov. Lo annuncia l’intelligence della Difesa ucraina, sottolineando come sarà dura liberare le materie prime bloccate al porto di Mariupol. A poca distanza dal comunicato, il colonnello della Difesa russa Mizintsev ha annunciato che da giovedì mattina verrà aperto un corridoio umanitario per garantire l’uscita in sicurezza delle navi dalla città appena conquistata dalle truppe russe. Il tema è cruciale poiché potrebbe sbloccare un’ingente quantità di grano attualmente ferma in partenza.

Per quanto riguarda i progressi sul campo, la regione di Lugansk è in estrema difficoltà. L’oblast è completamente privo di gas, acqua e luce, come sottolinea il governatore ucraino Gaidai. Nella vicina regione di Donetsk è stato invece bombardato il più grande stabilimento di sale del Paese, la situazione in Donbass è sempre più critica.

Non va certamente meglio a Zaporizzja, dove raid missilistici di Mosca hanno distrutto gli stabilimenti di una società ucraina che produce motori per aerei militari, droni inclusi. Intanto Vladimir Putin ha firmato un decreto che accelera l’iter burocratico per ottenere la cittadinanza russa ai residenti di Kherson e Zaporizzja, sulla scia del testo approvato per le repubbliche separatiste del Donbass.

Gli Usa non rinnovano la licenza di pagamento in dollari del debito estero di Mosca

Se sul profilo militare il Cremlino sembra in una posizione di forza, lo stesso non si può dire in prospettiva economica. La Casa Bianca non ha infatti rinnovato la licenza che consentiva a Mosca di pagare i bond russi in dollari, obbligando dunque la Russia a pagare il suo debito estero in rubli. Il tutto matura in un momento dove il rublo va a gonfie vele, soprattutto rispetto alla valuta in dollari.

Domani è infine prevista una riunione straordinaria del Consiglio dei direttori della Banca centrale russa. In discussione il tasso di interesse di riferimento, con aspettative di un nuovo taglio dopo la riduzione di 300 punti base decisa lo scorso 29 aprile, intervento che aveva abbassato il tasso al 14 per cento. Un comunicato stampa sull’esito della riunione sarà pubblicato alle 10.30 (ora di Mosca). Il rischio default rimane dietro l’angolo.