La Scozia si appresta a chiudere un lunghissimo dibattito dicendo “sì” ai matrimoni gay in Chiesa. Lo stabilisce la votazione dell’Assemblea Generale della chiesa presbiteriana scozzese, riunita a Edimburgo. Grazie a 274 voti favorevoli (136 i contrari), si rinnova dunque la legge ecclesiastica che consente da ora il matrimonio in Chiesa tra coppie dello stesso sesso. Un’evoluzione quasi totale, dal momento che il reverendo addetto a presiedere la funzione di coppie omosessuali, potrà rifiutarsi di condurre la celebrazione.

Matrimoni gay, la Scozia diventa la prima nazione anglosassone a dire sì

La Chiesa cristiana scozzese guarda al futuro e si dichiara pronta a celebrare in chiesa i matrimoni gay. La decisione perviene a cinque anni di distanza da quella della Chiesa episcopale, anch’essa piuttosto sofferta e fonte di dissidi interni. A cominciare dagli evangelici, che considerano l’ok “un grave errore”.

L’Assemblea Generale della Chiesa di Scozia, consentendo a ministri e diaconi di officiare matrimoni tra persone dello stesso sesso in un Atto della Chiesa, ha agito in un modo che è sia antibiblico che peccaminoso”.

Un lungo dibattito tra le molteplici anime

Alcune figure di livello all’interno della Chiesa di Scozia hanno voluto commentare questa importante novità. Il reverendo Scott Rennie, per esempio, nel 2009 ha confessato la propria omosessualità, tracciando la strada (e le prime crepe) nell’Istituzione:

Il matrimonio con mio marito Dave alimenta la mia vita e il mio ministero e francamente non credo che potrei essere un ministro di questa Chiesa senza il suo amore e il suo sostegno. Il matrimonio tra persone dello stesso sesso è come il matrimonio tra persone del sesso opposto e ha le sue gioie e dolori, le sue glorie e le sue tensioni“.

Il reverendo Iain Greenshields, che presiede l’Assemblea generale, ha così spiegato: 

“La Chiesa di Scozia è una chiesa grande con opinioni diverse sul tema del matrimonio tra persone dello stesso sesso. Da molti anni c’è una discussione trasversale su questo argomento per trovare una soluzione che rispetti la diversità e valorizzi le convinzioni di tutti. La Chiesa si è sempre impegnata a garantire che i dibattiti su questo tema si svolgano in uno spirito di umiltà, civiltà e rispetto reciproco”.