Enrico Berlinguer,100 anni di patrimonio politico. Si sente aria di nostalgia politica per la tanto vituperata prima repubblica, una nostalgia derivante da una delusione evidente nei confronti delle nuova classe dirigente del paese. Oggi si ricorda il capo del Partito Comunista Italiano. Il rettore dell’università di Sassari, Gavino Mariotti ha scoperto stamane, davanti al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, una lapide commemorativa dedicata allo storico segretario, stimato da tutti anche dai suoi avversari politici
Enrico Berlinguer,100 anni di patrimonio politico
La cerimonia è avvenuta in quella che diventerà la ‘Galleria di sardi illustri’ al primo piano del palazzo storico dell’università, poco dopo un breve incontro di Mattarella con la famiglia di Berlinguer, i figli Laura, Bianca, Maria Stella e Marco. In prima fila, oltre alla famiglia Berlinguer, siedono accanto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quello del Consiglio Regionale Michele Pais, il sindaco di Sassari, Gian Vittorio Campus, la Prefetta Paola Dessì.
Un leader ancora attuale
“Enrico Berlinguer ci lascia un’eredità importante che è giusto ricordare e trasmettere ai più giovani: sarebbe stato un grande leader anche oggi, abbiamo bisogno di grandi leader autentici per L’Italia è per l’Europa”. L’ha sottolineato il rettore dell’università di Sassari, Gavino Mariotti, nell’aprire stamane in aula magna la cerimonia in occasione dei 100 anni dalla nascita dello storico segretario del Pci.
Il ricordo di Enrico Letta
“Sono segretario di un partito che ha al suo interno una parte di quella eredità e di quella storia politica”. Lo ha detto il segretario nazionale del Pd, Enrico Letta, alla tv sarda Videolina, ricordando la figura di Enrico Berlinguer. “Per me, al di là della veste che ho, vuol dire molto, anche per il legame con Sassari, mia mamma è di Sassari, e Berlinguer ha sempre rappresentato un legame doppio con la città. Ovviamente ho sempre seguito con maggiore attenzione” il percorso di Berlinguer, “anche per questo legame con la Sardegna e per il suo accento che emanava ancor più carisma. E poi il 1984, con la sua morte sul campo e i funerali che unirono l’Italia intera. Fu uomo di parte, ma appartiene a tutta l’Italia. Ha avuto il rispetto di tutti, ma ha rappresenttao complessivamente una storia italiana a cui oggi rendiamo onore”.