Il vaiolo delle scimmie continua a preoccupare, anche in Italia. Il Centro Europeo per il Controllo delle Malattia ha però spiegato che:
“Il vaiolo delle scimmie non è un’infezione che si trasmette facilmente da uomo a uomo”
L’Ecdc ha così rassicurato, senza nascondere però la grande cautela che serve per impedire che il virus si diffonda tra gli animali. L’attenzione della comunità scientifica deve rimanere molto alta mentre si studiano i farmaci che potrebbero essere efficaci per contrastare il virus.
Lo studio sugli antivirali per contrastare il vaiolo delle scimmie
Attualmente non ci sono principi attivi per contrastare il vaiolo delle scimmie, ed è altamente improbabile che possano arrivare nei prossimi mesi. I tempi necessari sono molto lunghi e, la necessità di averli, è chiaramente inferiore rispetto a quella che si aveva per contrastare il Covid-19.
Al momento la terapia più indicata è basata sul contenimento dei sintomi con degli antipiretici.
Esistono però il brincidofovir e il tecovirimat, due antivirali che vengono utilizzati nella medicina veterinaria per trattare il vaiolo delle scimmie e quello dei bovini, che sono stati autorizzati dall’Agenzia Europea e dall’agenzia Italiana del Farmaco, solo nei casi più gravi per quanto riguarda l’uomo.
Sono stati raccolti dati confortanti a tal proposito, su sette casi di persone inglesi (tra il 2018 e il 2021). Questi pazienti sono stati trattati con questi antivirali, con gli specialisti britannici che hanno ottenuto ottime prove sulla loro efficacia.
L’intensivista Nick Price ha parlato dell’efficacia di questi antivirali.
“Servono ulteriori studi per verificare l’efficacia di questi o di altri antivirali contro quella che è una malattia infettiva negletta. Quanto da noi descritto e il focolaio attuale rimarcano la necessità di mantenere una collaborazione stretta tra i centri per gestire la diffusione dei casi di necessità di mantenere una collaborazione stretta tra i centri per gestire la diffusione dei casi di infezione. Con il lento ritorno alla normalità dei viaggi internazionali, le agenzie sanitarie e i lavoratori ospedalieri di tutto il mondo devono rimanere vigili di fronte ad un possibile aumento dei casi di vaiolo delle scimmie”