OMSFino al 28 maggio è in corso a Ginevra la 75esima riunione annuale dell’OMS, il principale organo mondiale in materia di salute. L’edizione 2022 si caratterizza, oltre che per fare il punto sulla nuova patologia legata alle scimmie, anche perché è allo studio un Trattato pandemico che sta facendo particolarmente discutere.
The 75th World Health Assembly #WHA75 Day 3 has reconvened.
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Trattato pandemico, più poteri all’OMS?
A Ginevra è in corso la tradizionale kermesse annuale in materia di salute. 194 i delegati presenti all’Assemblea OMS, il cui obiettivo è stabilire quelle che dovranno essere le linee guida per proporre un nuovo Trattato pandemico entro il 2024. Una decisione maturata con l’intento di essere pronti a fronteggiare eventuali nuove emergenze per evitare che si ripeta la rincorsa a cui abbiamo assistito in epoca covid-19.
La questione è assai cruciale perché prevede un ridimensionamento dei poteri tra i singoli Stati e l’Organizzazione, trovando immediatamente le prime opposizioni. Sul versante europeo l’opinione è progressivamente favorevole ed è stata caldeggiata in prima persona da Charles Michel, presidente del Consiglio Ue. In ogni caso, il timore è che dietro le richieste di alcune nazioni, su tutte Germania e Francia, si nascondano delle insidie geopolitiche.
D’altronde l’Europa si è fatta trovare altamente impreparata durante le prime ondate pandemiche di coronavirus, a differenza degli Usa (che avevano i vaccini) e la Cina (che disponeva dei famosi “dpi”).
Gli Usa tra i principali promotori dell’iniziativa
Ciò che si contesta all’idea di riscrivere ex novo il Trattato riguarda l’approccio in esso contenuto, nel quale è completamente assente ogni idea di prevenzione. Si farà dunque affidamento solo ed esclusivamente su farmaci e vaccini. Intanto, la situazione pare abbastanza in alto mare, poiché mancano davvero contenuti concreti per la formulazione del nuovo documento.
Una posizione particolarmente sensibile è quella degli Stati Uniti, osservata speciale tanto all’intero quanto all’esterno. Tra le proposte al vaglio quella di imporre sanzioni a coloro i quali rifiuteranno l’assistenza dell’OMS.