Boris Bondarev è il primo diplomatico russo a presentare le dimissioni, in contrasto con l’operato del suo Paese in Ucraina. L’ex-funzionario chiude così una carriera ventennale al servizio del Cremlino prendendo una decisione forte e di rottura, riassunta attraverso un sentimento ben preciso:
“Non mi sono mai vergognato così tanto del mio Paese“.
Dimissioni Boris Bondarev: “Il crimine più grave commesso contro i russi”
In un’intervista alla Bbc, Boris Bondarev non usa giri di parole per descrivere come mai ha deciso di dare le dimissioni dal ruolo di diplomatico russo. Attualmente Bondarev ricopriva l’incarico di consigliere della missione russa alle Nazioni Unite a Ginevra, a partire dal 2019:
“La scelta di Vladimir Putin di scatenare una guerra violenta contro l’Ucraina, e dunque contro l’intero mondo occidentale, non è solo un crimine contro il popolo ucraino, ma anche il crimine più grave mai commesso contro il popolo russo. Un’invasione decisa da un blocco dirigenziale che punta a salvaguardare il proprio potere“.
“Disapprovo profondamente ciò che il governo russo ha intrapreso da febbraio e non voglio più essere associato alle sue azioni. Posizione minoritaria? Penso che la maggior parte delle persone segua la propaganda e quello che i superiori dicono loro. Sei all’interno di una gerarchia, quindi devi obbedire a quello che ti viene ordinato, non esistono approcci critici“.
L’ex diplomatico su Lavrov: “Perfetto esempio della deriva del Cremlino”
Ora bisognerà capire se si scatenerà un effetto domino. Già in precedenza diverse ex-figure di spicco dell’ambiente russo avevano aspramente criticato l’operato di Mosca, senza contare i misteriosi suicidi degli oligarchi negli ultimi mesi.
“Credo che mi considerino già un traditore, ma io devo ammettere quante menzogne sono state dette in questi vent’anni. La mancanza di professionalità nel lavoro del ministero degli Esteri sono cresciuti costantemente. Il ministro Lavrov è un buon esempio di questa deriva“.