Maxi operazione dei carabinieri del Nas nei confronti dell’esercizio della medicina estetica in tutta Italia. Su 793 le strutture esaminate, 110 sono risultate non conformi agli standard medici richiesti. 11 attività sono state poste sotto sequestro, in quanto completamente di matrice abusiva. Da qui è scattato il deferimento all’Autorità Giudiziaria di 33 titolari e operatori, per un’ammenda complessiva di 187.000 euro. Un’operazione analoga risale a due anni fa, con numerose anomalie riscontrate.
Maxi operazione dei Nas sulla medicina estetica, colpito anche l’e-commerce
I carabinieri del Nas hanno effettuato perquisizioni a tappeto in tutta Italia in ambito di medicina estetica per verificare la correttezza dell’applicazione delle norme di salute. Circa il 13% delle strutture controllate è risultato non in regola con i protocolli di sicurezza, portando di conseguenza al deferimento. Il blitz, condotto d’intesa con il Ministero della Salute, parte da alcuni episodi di cronaca legati a interventi di chirurgia estetica effettuati da personale non adeguatamente formato.
Ciò ha condotto a conseguenze particolarmente gravi come la morte, ma oltre alla mancanza di preparazione i Nas contestano anche l’utilizzo di macchinari non idonei in ambienti altrettanto inadatti a offrire prestazioni di questo tipo. Per 41 persone è scattata la notifica di illecito penale riconducibili all’esercizio indebito della professione sanitaria, all’attivazione abusiva di ambulatori di medicina estetica. Sanzionate inoltre l’irregolarità nella gestione e detenzione dei farmaci (spesso scaduti), la ricettazione di farmaci a uso ospedaliero e la falsificazione di attestati professionali.
Oltre alle perquisizioni in loco, l’attività di monitoraggio si è concentrata anche in rete, portando alla chiusura di 8 siti web. Appoggiandosi su server esteri e con gestori anonimi facilmente raggiungibili dall’Italia, i portali vendevano illegalmente medicinali soggetti a prescrizione medica obbligatoria e utilizzabili solo sotto controllo di personale sanitario.
In Lombardia tre denunce per trasfusione illecita di sangue
Per quanto concerne le divisioni regionali, i carabinieri del Nas di Milano hanno denunciato i titolari di tre studi medici di Como, Milano e Varese. Decisiva la contestazione del metodo di trattamento “PRP” (plasma ricco di piastrine), svolto senza le necessarie autorizzazioni dei centri trasfusionali pubblici. Immediato il sequestro dei dispositivi medici per la lavorazione del sangue, per una cifra totale di 2.500 euro.