La Guerra tra Russia e Ucraina arriva ormai all’89esimo giorno. La notizia più importante di oggi riguarda il presunto attentato scampato da Putin due mesi fa circa. Il portavoce russo parla dei risultati ottenuti dall’inizio dell’offensiva fornendo dati mentre in Ucraina c’è il problema di mine e ordigni inesplosi su 80mila chilometri quadrati colpiti. Sul fronte diplomatico l’Ungheria chiede all’UE un piano solido prima di accettare le sanzioni. L’UE continua a studiare aiuti per Kiev. Boris Bondarev si dimette da capo della missione russa alle Nazioni Unite di Ginevra. Mentre a Kherson arriva la doppia valuta.
Putin è sopravvissuto ad un attentato
Kyrylo Budanov, capo della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino, ha dichiarato che c’è stato un tentativo di attentato verso Putin. Ecco le sue parole: “C’è stato un tentativo non molto tempo fa di assassinare Putin. E’ stato addirittura aggredito, si dice, da rappresentanti del Caucaso, ma si tratta di una informazione non pubblica; il tentativo è stato fatto due mesi fa ed è fallito“. Mosca però non conferma queste dichiarazioni.
Guerra Russia Ucraina: le notizie dal campo di battaglia
Dall’inizio dell’offensiva in Ucraina le forze russe hanno distrutto “177 aerei ucraini e oltre 3.200 mezzi corazzati nemici”. A riferirlo è il portavoce della Difesa di Mosca Igor Konashenkov. Nello specifico sono stati distrutti anche 125 elicotteri,990 droni, 319 batterie antiaeree e oltre 1.600 pezzi di artiglieria, “tra cui diversi howitzer americani forniti a Kiev“. Il portavoce ha sostenuto che negli attacchi avvenuti ieri sono stati uccisi “oltre 230 nazionalisti ucraini“.
Il vice sottosegretario dell’Ucraina, Anatolii Kutsevol, ha dichiarato che “Oltre 80 mila chilometri quadrati della nostra terra vanno ripuliti da mine e ordigni“. “Non c’è regione in Ucraina che non sia stata colpita dalla distruzione e dalle perdite” causate da “89 giorni di combattimenti” ha proseguito il vice sottosegretario. “Nelle regioni più colpite il livello di distruzione è superiore al 70% degli edifici e a Mariupol il tasso è già superiore al 90%” conclude Anatolii Kutsevol.
Boris Bondarev si dimette e accusa il suo paese
Il capo della missione russa alle Nazioni Unite Ginevra si è dimesso. Tra le motivazioni della sua dimissione ha fatto sapere di non poter più sopportare le “bugie e la mancanza di professionalità“ del ministero degli Esteri russo. Ecco l’inizio della sua lettera: “Il mio nome è Boris Bondarev. Lavoro al Ministero per gli Affari Esteri dal 2002, dal 2019 fino ad oggi ricopro la carica di Consigliere presso la missione russa all’ufficio di Ginevra delle Nazioni Unite. Durante i venti anni della mia carriera ho visto varie svolte della nostra politica estera, ma non mi sono mai vergognato tanto del mio Paese che dal 24 di febbraio di quest’anno”.
Governatore di Kherson: da lunedì introdotta la doppia valuta
Il governatore della regione di Kherson Vladimir Saldo, insediato dalla Russia, ha affermato che da lunedì la regione diventerà ufficialmente un’area a doppia valuta. Nella regione meridionale dell’Ucraina si potranno ufficialmente utilizzare sia i rubli russi che i grivnia ucraini. Secondo l’agenzia di stampa Ria Novosti, il governatore avrebbe anche dichiarato che a breve aprirà una banca russa.
Guerra Russia Ucraina: Ungheria ci vuole un piano prima di passare alle sanzioni
La ministra della Giustizia ungherese, Judit Varga, si è espressa in merito alle sanzioni davanti al Consiglio Ue Affari generali a Bruxelles. Ecco le sue parole:“Nella dichiarazione di Versailles tutti hanno concordato che ci può essere un passo avanti nelle sanzioni solo quando tutte le circostanze nazionali e il diritto di ogni paese al proprio mix energetico sono tenuti dovutamente in considerazione. Per l’Ungheria la priorità è garantire l’approvvigionamento e la sicurezza energetica. Prima dobbiamo avere un piano strategico, a breve e lungo termine, su come uscire da queste risorse fossili. E poi per quanto riguarda gli oleodotti di petrolio russo, questo richiede tempo e investimenti, non solo sul lato ungherese ma anche su quello degli altri partner dell’Ue.
“Chiedo comprensione ai nostri partner e questo va incluso in un orizzonte strategico perché ci muoviamo verso un’industria a zero emissioni. Siamo in stretta negoziazione con la Commissione e tutte le nostre carte sono sul tavolo. C’è anche il problema delle raffinerie, anche in Slovacchia, che sono calibrate al petrolio russo. Sono fatti fisici e matematici e spero che nello spirito della dichiarazione di Versailles le istanze di tutti i paesi siano prese in considerazione. Dobbiamo prima vedere le soluzioni della Commissione e poi alle sanzioni” conclude la ministra ungherese.