Alberto Stasi rilascia la prima intervista a Le Iene – che andrà in onda domani – dopo la condanna. Stasi è stato condannato a 16 anni per il delitto di Garlasco, uno dei casi di cronaca nera più discussi in Italia. Il caso risale al 2007 quando Chiara Poggi, ragazza 26enne, venne ritrovata morta nella villetta di famiglia. Otto anni dopo, l’ex bocconiano è stato dichiarato colpevole dell’omicidio.
Intervista Iene, le parole Alberto Stasi
“Perché ho deciso di parlare oggi? Per dare un senso a questa esperienza perché certe cose non dovrebbero più accadere. Se una persona vive delle esperienze come quella che ho vissuto io questa deve essere resa pubblica, a disposizione di tutti, e visto che ho la possibilità di parlare lo faccio, così che le persone capiscano, possano riflettere e anche decidere, voglio dire, se il sistema che c’è va bene oppure se è opportuno cambiare qualche cosa”.
La prima notte in carcere
“Quando fui scarcerato dopo quattro giorni, con un’ordinanza del giudice che smontava punto per punto quel provvedimento assurdo, il direttore mi disse: ‘Arrivederci fuori, spero che vada a dire in giro che l’abbiamo trattata bene‘. È come se in quel momento la cosa più importante fosse solo avere il proprio ruolo a posto, non il fatto che una persona di 24 anni veniva portata in carcere. Lui era, in qualche modo, custode della mia persona però l’interesse doveva essere forse tutt’altro, non questo”.
Stasi sulle indagini
“Sono passati 15 anni ma in quegli anni i Ris di Parma erano un po’ mitizzati. La sera la gente guardava la televisione e li vedeva risolvere i delitti più complicati nel tempo di un episodio. Scoprire che in realtà le persone venivano portate in carcere sulla base di test che non distinguevano il sangue da una barbabietola, illuminava una situazione che si pensava diversa. Ecco perché dico che quel momento fu come un punto di non ritorno: non si trattava più di svolgere un’indagine ma si trattava di salvare la propria carriera, la propria reputazione. Questo poi ha comportato tutta una serie di conseguenze di inezie, di incapacità di tornare indietro, non so se mi spiego. Per ammettere i propri sbagli bisogna avere coraggio, carattere. Il Pm non è mai andato a dire ‘Questo provvedimento era prematuro‘, perché poi l’accertamento definitivo risultava, appunto, negativo”.
Cosa farà quando uscirà dal carcere
“Oggi ho 38 anni e ho in mente di mettere a frutto tutte le esperienze negative che ho vissuto, un bagaglio conoscitivo che non può essere acquisito diversamente. Certe cose non le puoi metabolizzare se non le vivi. Se hai la fortuna, o sfortuna, a seconda del punto di vista, di vivere certe esperienze, acquisisci degli strumenti che puoi mettere a disposizione e io voglio fare questo. È un impegno diverso rispetto a quello che potevo desiderare quando avevo 24 anni, in cui volevo fare carriera nell’azienda più grande d’Italia, tanto per fare un esempio”.
La conclusione dell’intervista Iene di Alberto Stasi
“Cosa vorrei dire ai giudici che mi hanno condannato? Non saprei perché sono, in qualche modo, e in negativo, i protagonisti di questa vicenda. È difficile arrivare alla mente e al cuore di quelle persone. Il loro non è un mestiere banale, ha conseguenze sulla vita delle persone, come un medico in sala operatoria: ci sono lavori che non comportano queste responsabilità, altri invece sì. Se si decide di intraprendere un certo lavoro, una certa carriera, deve essere fatto in modo coscienzioso perché poi anche lì entrano dinamiche normali, di lavoro. La carriera, l’ambizione, il posto in un’altra sede, tutte cose che non dovrebbero avere nulla a che fare con la giustizia”.
"Delitto di Garlasco: la verità di Alberto Stasi": Domani, in prima serata su Italia1, lo Speciale de #leiene con Alessandro De Giuseppe, scritto da Riccardo Festinese. Vi aspettiamo 😎 pic.twitter.com/5CWGI1r8ch
— Le Iene (@redazioneiene) May 23, 2022
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