La strategia di Giuseppe Conte

Giuseppe Conte, raccontano fonti interne del Movimento, intende ricompattare eletti ed elettori su temi e valori caratterizzanti per i 5 Stelle. Sapendo di poter contare sull’appoggio e la “non belligeranza” di Beppe Grillo, ora più che mai, dopo la consulenza ottenuta, felissimo dell’ex avvocato del popolo. Lo fara’ per risalire la china dei sondaggi e prima che arrivino nuove beghe giudiziarie (il 7 giugno il tribunale di Napoli potrebbe sospendere gli effetti anche delle nuove votazioni), sapendo che solo una progressiva differenziazione dalla maggioranza potra’ ridargli fiato: anche a costo di arrivare davvero ad un disimpegno dalla maggioranza prima o dopo l’estate.

I rischi per il Movimento 5 Stelle

Ma che voglia rompere veramente e mandare a casa il governo di Mario Draghi in realtà non ci crede nessuno. Per ben tre motivi, spiega chi lo conosce bene: rischierebbe di trovarsi con il partito spaccato, con i fedelissimi di Luigi Di Maio (che non sono pochi) pronti a rimanere al governo e in maggioranza. C’è poi il problema della “poltrona”: i grillini non vogliono saperne di lasciare anticipatamente il seggio ma vogliono tenerselo stretto il più a lungo possibile, ovvero fino a maggio del 2023. Sanno benissimo che soltanto pochissimi di loro verranno rieletti.
In più, chi subentrerebbe a Mario Draghi (magari lo stesso Giuseppe Conte che con i fedelissimi non fa mistero di sperare di poter tornare un giorno alla guida di palazzo Chigi) potrebbe ritrovarsi a dover fare una delle finanziarie più dure e complicate della storia italiana.
Una patata bollente che nessun leader politico vorrebbe avere tra le mani. Soprattutto se ciò dovesse accadere subito prima delle elezioni.