Star Wars. E’ scomparso all’età di 90 anni Colin Cantwell l’artista americano che disegnò gran parte delle astronavi e dei veicoli della saga cinematografica di Star WaStar Wars, addio all’inventore della Morte Nerars. Appassionato dello spazio e della fantascienza progettò veicoli iconici X-Wing e la Morte Nera dell’Impero Galattico, oltre a una prima versione del leggendario Millennium Falcon.
Star Wars e l’amore di Colin Cantwell per lo spazio
Nato a San Francisco nel 1932, Cantwell si era laureato in animazione all’Università della California, a Los Angeles. Fu allievo dell’ architetto americano Frank Lloyd Wright. Significativa per la sua carriera “spaziale” l’esperienza al Jet Propulsion Laboratory della Nasa, dove aveva lavorato alla produzione programmi divulgativi per il pubblico. La produzione artistica di Cantwell non si ferma alla progettazione: il suo amore per lo spazio e la fantascienza lo ha portato a scrivere anche due romanzi di fantascienza: CoreFires 1 e CoreFires 2.
Star Wars. Nel 1974 Lucas lo chiamò per disegnare modelli di astronavi per le flotte dell’Alleanza Ribelle e dell’Impero Galattico. Oltre ai caccia stellari l’artista è il padre del TIE fighter, dello Star Destroyer, del landspeeder e del sandcrawler. Di Colin Cantwell anche il T-16 Skyhopper dell’ Episodio IV – Una Nuova Speranza.
In precedenza aveva lavorato anche a “2001: Odissea nello spazio”; nel film di Stanley Kubrick del 1968 fu lui a ideare la drammatica apertura spaziale che segue l’alba dell’uomo e le ossa lanciate in aria. Di Cantwell “Incontri ravvicinati del Terzo Tipo” di Steven Spielberg e “War Games–Giochi di guerra” che gli valse una candidatura ai Bafta per i migliori effetti speciali.
Il lavoro creativo del ‘concept artist’ californiano ha trovato anche applicazioni pratiche: è il caso della programmazione dei monitor Hewlett Packard in “War Games” per rappresentare il lancio delle bombe sugli schermi del Norad
grazie al quale nacque il software che ha condotto agli attuali Hewlett Packard da pochi colori a 5.000 colori.
grazie al quale nacque il software che ha condotto agli attuali Hewlett Packard da pochi colori a 5.000 colori.