Che fine ha fatto Greta Thunberg? L’attivista ha cambiato strategia comunicativa. Ultimamente la vediamo molto meno spesso sui media, anche se le sue battaglie non si sono fermate.
Che fine ha fatto Greta Thunberg?
L’obiettivo della paladina del clima, che ha ispirato il movimento globale “Fridays for future”, è quello di fare un passo indietro per concedere la scena ai tanti giovani che in tutto il mondo organizzano incontri e iniziative per parlare di crisi climatica. Come spiega Politico.eu, l’infanzia di Greta è finita durante la pandemia. Non solo per questioni anagrafiche, visto che l’attivista oggi ha 19 anni, ma anche perché le restrizioni del covid hanno spento forzosamente quel momento di grandi mobilitazioni.
La pandemia e le riunioni su Zoom
A quel punto Thunberg e i suoi hanno provato ad organizzare scioperi digitali su Zoom, spesso però in modo approssimativo e a volte, nonostante il periodo, l’atmosfera era incentrata sul divertimento. Oltre a questo, le videochat hanno anche cambiato qualcosa di fondamentale nel movimento di Thunberg. Ci si è resi conto che il gruppo era stato dominato da bianchi, nordeuropei preoccupati meno del presente che del futuro. Improvvisamente, si sono trovati faccia a faccia con attivisti di tutto il mondo per i quali il cambiamento climatico era reale, urgente e immediato. Disha Ravi, un’attivista indiana, ha affermato che lei e altri provenienti dalle parti più povere del mondo sono stati disturbati dalla mancanza di comprensione da parte dei loro nuovi amici delle realtà quotidiane della convivenza con il cambiamento climatico.
La crisi del movimento
In questi anni il movimento Fridays for Future si è assottigliato. Molti giovani che avevano risposto alla richiesta di Greta Thunberg di un futuro equo, si sono allontanati quando il movimento ha iniziato a esaminare ciò che l’equità avrebbe davvero richiesto. Nei movimenti ambientalisti si è iniziato a discutere delle implicazioni della crisi energetica e del suo impatto sulle fasce più deboli della popolazione, con un acceso confronto sull’opportunità di affiancare questi temi a quelli dell’emergenza climatica. Tali soluzioni includono una richiesta di “riparazioni per il clima”. Ciò comporta la restituzione della terra alle comunità indigene e il trasferimento di ricchezza e potere politico dai paesi più ricchi che hanno causato il cambiamento climatico a quelli che ne subiranno il peso. Per Thunberg significa anche smarrirsi in un territorio sconosciuto.
Il passo indietro di Greta
Tutto ciò ha portato negli ultimi mesi Greta Thunberg a ridurre la propria presenza sui media, cercando al tempo stesso di promuovere e far conoscere le altre persone che fanno parte di “Fridays for future” e di altri movimenti che si occupano del cambiamento climatico. Già alla COP26 e in altri eventi pubblici si era presentata con altri gruppi di attivisti, lasciando loro spazio davanti alla telecamere e provando a vincere la tendenza di giornali e televisioni a parlare solo di lei.