Il prossimo 12 giugno, oltre alle elezioni amministrative, si potranno votare anche i cinque referendum sulla giustizia promossi da Lega e Radicali. “Non capisco forse le ragioni di alcuni di questi quesiti. Sarebbe stato interessante elaborare come magistratura associata anche con le forze politiche, perché ritengo che si possa lavorare sinergicamente, quelli che sono i quesiti davvero utili per una giustizia e per le necessità della giustizia in questo momento”. Così Andrea Reale, giudice al tribunale di Ragusa e rappresentante di Articolo 101 intervenuto al Tg Plus di Cusano Italia TV.
Reale (Articolo 101): “Giustizia ha bisogno di combattere degenerazioni”
Secondo il giudice di Ragusa la necessità della giustizia in questo momento “è una necessità di risorse, mezzi e di combattere le degenerazioni che all’interno della magistratura associata e anche istituzionale si sono venuti a verificare. Questi quesiti purtroppo ritengo che non lo facciano. Il problema non sono le forze politiche che sostengono questo referendum sulla giustizia.
Io credo fermamente che il referendum sia una enorme ‘arma’ nei confronti di tutte le forme di potere costituito. Però per le esigenze di giustizia ritengo che questi quesiti siano un po’ strabici rispetto a quelle che sono le finalità. Mi auguro che le forze politiche non abbiamo intenti punitivi perché sarebbe anche la fine dell’attività politica che loro stessi maturano”.
Referendum su custodia cautelare, Reale: “Studiare strumenti nuovi”
Il rappresentare di Articolo 101 – il gruppo nato dopo il caso Palamara in polemica con le correnti della magistratura – si è poi espresso in merito a uno dei quesiti più dibattuti. Quello sulla custodia cautelare.
“Nella mia esperienza di Giudice per le indagini preliminari”, spiega Reale “le posso confermare che anche ultimamente, anche a seguito delle riforme della legge processuale, c’è una grande attenzione anche da parte del gip nell’adozione delle misure cautelari soprattutto in quelle più restrittive carcerari. L’errore giudiziario purtroppo ci può essere e ci è sempre stato.
Ma per le esigenze di una sicurezza sociale è fondamentale mantenere la possibilità dell’adozione delle misure cautelari. Perché niente è più grave essere sopravvisti delle armi per poter cautelare anche le esigenze di tutela. Bisognerebbe ristudiare degli strumenti rispetto a una carcerazione preventiva, nuovi meccanici e strumenti per forme di detenzione domiciliare in istituti ad hoc, ad esempio. Così da mitigare la pesantezza della carcerazione preventiva ma che riescono a preservare anche la società di reiterazioni di condotte analoghe a quelle per cui si procede”.
Rivedi l’intervista completa a Andrea Reale al Tg Plus condotto da Aurora Vena
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