Silvio Berlusconi torna a concedersi ai microfoni dei giornalisti, impegnato a Napoli in un meeting di partito. Il leader di Forza Italia fa il punto della situazione, dall’Ucraina ai rapporti nella coalizione di centrodestra. Il Cavaliere concluderà la due giorni partenopea con un discorso ufficiale previsto nel pomeriggio.

Silvio Berlusconi a Napoli: “Recuperare il sostegno degli elettori”

Silvio Berlusconi è approdato a Napoli per una nuova tappa del tour di Forza Italia in giro per il Paese. Il capo degli azzurri è tornato al centro della scena politica italiana dopo le dichiarazioni ambigue su Putin rilasciate in settimana. In generale, però, si nota un impegno proattivo del Cavaliere che lui stesso paragona agli inizi assoluti:

Il rilancio di Forza Italia è già partito, da Roma, con il mio primo intervento. Nove anni fa sono stato escluso, buttato fuori dal Senato e dalla politica italiana per diversi anni. Adesso ritorno in campo dopo tanto tempo, come nel ’94 ho sentito che c’era bisogno di fare qualcosa di nuovo. Mi assumo nuovamente la responsabilità di essere ancora in campo come federatore per dare all’Italia un futuro di benessere e libertà“.

Il centrodestra è federato, noi l’abbiamo fondato e intendiamo portarlo avanti. Sarà importante recuperare il sostegno degli elettori che hanno guardato altrove. Nessuna frizione nella coalizione, semplicemente un disaccordo sui sui tempi che riguardano l’indicazione del candidato governatore per la Sicilia“.

Il Cavaliere sulla guerra in Ucraina: “Non si facciano dichiarazioni cobelligeranti”

La fetta più consistente del discorso di Silvio Berlusconi a Napoli riguarda nuovamente le posizioni del Cavaliere sulla guerra in Ucraina e sul ruolo di Vladimir Putin:

“Io dico che inviare armi significa essere a sostegno della guerra, mentre noi dovremmo cercare di farla finire in fretta. L’obiettivo rimane quello di portare Putin al tavolo delle trattative, non di fare dichiarazioni sulla linea di Gran Bretagna e Stati Uniti“.

La mia posizione non è cambiata ed è sempre in linea con quella del Ppe, dell’Europa e dell’Alleanza atlantica. Nessuno in Occidente può pensare che la guerra in difesa dell’Ucraina debba trasformarsi in una guerra di aggressione alla Russia. Senza equilibrio, fermezza e riservatezza non si troverà una soluzione diplomatica accettabile “.