Arnaud Demare fa tris al Giro d’Italia. Il velocista francese si aggiudica la 13esima tappa. Cavendish battuto ancora una volta. La tappa odierna presenta un percorso adatto ai velocisti. Tuttavia non era il classico drittone, infatti, lasciare la Liguria per entrare in Piemonte porta sempre qualche difficoltà per gli specialisti dello sprint.
La cronaca della tappa
La tappa di oggi infatti ha visto una fuga molto difficile da riprendere per le squadre dei velocisti. Infatti la volata è stata messa in forte dubbio fino alla fine come conferma lo stesso vincitore. La fuga di giornata ha visto protagonisti: Pascal Eenkhoorn , Nicolas Prodhomme, Mirco Maestri e Julius Van den Berg. I fuggitivi sono stati raggiunti a meno di un 1 km dall’arrivo. Volata che poi è arrivata ed ha visto la vittoria di Demare. Il francese oltre alla vittoria ipoteca anche la maglia ciclamino grazie anche al ritiro del connazionale Bardet. In classifica generale invece abbiamo la conferma in maglia rosa per Lopez. Lo spagnolo è ormai al comando da ben 10 giorni.
Demare e il Giro un binomio che prende quota
Demare è sempre più legato al Giro d’Italia. Il protagonista di giornata è sicuramente lui che con quella di oggi tocca quota 3 vittorie in questa edizione e quota 8 in totale al Giro. Il francese a fine gara non nasconde il sogno della maglia ciclamino. Ecco le sue dichiarazioni a fine gara: “È splendido vincere di nuovo, tre vittorie sono un bel bottino. La maglia ciclamino un obiettivo? È chiaro, l’obiettivo è quello di cercare ancora un successo. La maglia ciclamino si rafforza, però non sono ancora a Verona”.
Demare stremato: “quanti sacrifici oggi”
Poi ha parlato dei sacrifici dietro la vittoria odierna: “È stato molto difficile riprendere la fuga, facevamo turni per andare forte per ricucire. Tutte le squadre hanno lavorato moltissimo, ogni 20 secondi cambiavamo corridore davanti che dava ritmo. Io a 10 km dall’arrivo mi sono detto ‘ma come riusciamo a ricucire?’, ho cominciato a dubitare sulla possibilità di riprendere o meno la fuga perché alcuni miei compagni di squadra avevano già dato tutto. Anche io credevo di essere un po’ cotto in realtà. Ero finito e mi sono chiesto come avrei potuto fare lo sprint, è venuto com’è venuto e abbiamo vinto“