Tre italiani rapiti a Mali. Nello specifico, una coppia italiana e il figlio sono stati rapiti nella regione di Sikasso, a est della capitale Bamako. I tre appartenevano a un gruppo di missionari dei Testimoni di Geova. Il rapimento dei tre italiani si preannuncia lungo. Il governo italiano ha rafforzato i suoi legami con Bamako negli ultimi mesi e questo sequestro è arrivato proprio nel momento sbagliato.
Tre italiani rapiti a Mali: i precedenti
Nonostante non sia stato ancora rilasciato un comunicato ufficiale al riguardo, va notato che la coppia e il figlio portano a 9 il numero degli occidentali rapiti nel Sahel centrale (che comprende Mali, Niger e Burkina Faso) dopo il rapimento di un americano suora 83 anni il 5 aprile e il rapimento del giornalista francese Olivier Dubois nell’aprile 2021.
L’intervento di Papa Francesco
L’instabilità prevalente in Mali ha portato negli ultimi anni a un aumento dei rapimenti. A Mali, diverse fazioni jihadiste si confrontano con il governo di Bamako. Per non parlare del fatto che il banditismo e gli scontri etnici sono quasi di routine. Qualche settimana fa, ha fatto nuovamente notizia la suora colombiana tenuta prigioniera per 5 anni dal gruppo jihadista JNIM. Questo, nonostante le dichiarazioni del cardinale Angelo Becciu che ha sottolineato la volontà di papa Francesco di darel via libera al pagamento di 1 milione di euro per il suo rilascio.
Tre italiani rapiti a Mali: nessuna novità
Nonostante il dispiegamento di diverse operazioni internazionali nessuno degli sforzi compiuti fino ad oggi ha dato i risultati attesi. Dieci anni fa una ribellione tuareg ha avviato una reazione a catena. Quest’ultima si è conclusa con la penetrazione di gruppi armati jihadisti nel Paese, e da allora ci sono stati interventi internazionali ma anche colpi di stato e attacchi terroristici su città e autostrade. L’attuale presidente del Mali, il colonnello Assimi Goita, è salito al potere dopo un colpo di stato riuscito nell’agosto 2021.