A partire dal 23 maggio sarà disponibile sul sito dell’Agenzia dell’Entrate il 730 precompilato per tutti i contribuenti. Attraverso il provvedimento 173218/2022, l’agenzia delle Entrate definisce le modalità di accesso, stabilendo come data di partenza dell’invio il 31 maggio.

Dedicato a dipendenti e pensionati per effettuare la dichiarazione dei redditi in forma semplificata, il 730 precompilato 2022 sarà accessibile direttamente collegandosi al sito dell’Agenzia delle Entrate. Per entrare nel portarle è necessario essere in possesso delle credenziali SPID, CIE o CNS. È tuttavia consentita la delega al sostituto d’imposta, oppure a un Caf o ancora a un professionista abilitato. Novità del 2022 è la possibilità di delegare una persona fisica di fiducia, per cui servirà procedere compilando un 730 adeguato alla causa.

730 precompilato 2022, scadenza al 30 settembre

Il 730 precompilato 2022 può essere sia accettato così come si presenta a prima vista oppure modificato tramite correzioni o integrazioni. Per esempio è possibile, aggiungere un reddito non presente o segnalare oneri detraibili e deducibili come le spese per le attività sportive praticate dai figli o quelle mediche. Una volta conclusa la procedura, si ha tempo fino al 30 settembre per inviarlo: in forma telematica o tramite il delegato.

In quest’ultimo caso i tempi di trasmissione della dichiarazione sono strettamente legati a quelli di compilazione. Di norma non può trascorrere più di un mese tra le due operazioni, tutte le informazioni a riguardo sono consultabili sul sito dell’Agenzia dell’Entrate.

Dal 2015, anno in cui ci fu l’introduzione della precompilata, sette anni fa, il numero dei contribuenti che hanno aderito al servizio è arrivato a toccare quota 4,2 milioni nel 2021. Di questi, il 22,3% lo ha consegnato senza modifiche o integrazioni.

Oltre un miliardo di dati già inseriti dall’Agenzia delle Entrate

Per procedere alla pubblicazione, l’Agenzia delle Entrare ha inserito 1,2 miliardi di dati, rendendo dunque i modelli sempre più completi. La maggior parte si riferiscono alle spese sanitarie, che registrano l’incremento più alto (+40%), ma anche il settore delle ristrutturazioni legato al superbonus (+36%, con il nuovo tetto per il bonus mobili fino a 16.000 euro).

In crescita anche i contributi ai lavoratori domestici (+14%) mentre è boom di spese scolastiche ed erogazioni liberali.