Con una settimana di ritardo Mosca si prepara a chiudere i rubinetti di gas russo in direzione Finlandia, a partire dalle ore 7 di sabato 21 maggio. La decisione, irrevocabile, viene comunicata dalla compagnia energetica di Helsinki Gasum, tramite una nota. In essa si legge che Gazprom ha informato tutti i clienti che non rispetteranno le direttive di Mosca circa l’interruzione del servizio. Il nodo è sempre legato all’apertura di un conto in rubli per pagare le forniture.

Stop al gas russo in Finlandia, pesa il “no” al pagamento in rubli

Gasum si è da sempre rifiutata di perseguire questa via, ricorrendo a soluzioni alternative confermate dal Ceo, Mika Wiljanen:

Ci siamo preparati con cura a questa situazione deplorevole e saremo in grado di fornire gas a tutti i nostri clienti nei prossimi mesi. Durante le stagione estiva ci avvarremo del gas da altre fonti, perlopiù attraverso il gasdotto BalticConnector“.

Una parziale replica arriva dal portavoce del Cremlino, Dmytro Peskov:

Ovviamente nessuno fornirà nulla gratuitamente. Non abbiamo informazioni su tutte le società con cui Gazprom ha contratti in essere, questa non è una nostra prerogativa, ma, è certo che nessuno fornirà nulla a nessuno gratuitamente“.

L’Europa ad aprile diminuisce la sua dipendenza dal gas russo

L’Europa, nel frattempo, continua a lavorare a una strategia di indipendenza dal gas russo, come illustrato dal piano RePowerEu presentato a Bruxelles mercoledì. Gli ultimi dati sulle forniture, relative ad aprile, parano di un netto decremento delle importazioni di gas da Mosca: appena il 26% del totale consumato (-14%). A ribadire la gradualità della transizione è il commissario europeo dell’Energia, Kadri Simons:

Al momento, non possiamo fare a meno da un giorno all’altro di 155 miliardi di metri cubi di gas“.

Parte dell’indipendenza dalla russa passerà anche da una distribuzione degli stoccaggi, aspetto su cui l’Italia si difende bene. Rispetto a una media Ue del 40,9%, Roma si colloca ben al di sopra (45%) facendo peggio solamente della Germania.

Il Cremlino, intanto, provoca anche la Svezia

Se la Finlandia inizia dunque a scontare le prime conseguenze dell’adesione alla Nato, la Svezia rimane sotto stretta osservazione dal Cremlino. La portavoce di Lavrov, Maria Zakharova, invita Stoccolma a riflettere sulla decisione, affermando di essere sottomessa al volere americano:

La Svezia non ha ancora aderito all’Alleanza, ma gli americani sono già pronti a dettare alle autorità svedesi cosa devono dire ai loro cittadini. E questa è solo una anticipazione di quello che accadrà se l’ingresso sarà ufficiale. Perché non c’è stato un referendum? Perché nessuno si cura più del parere dell’opinione pubblica da tempo. Gli americani conducono le danze per gli svedesi“.