Mario Draghi si trova in Veneto per una visita istituzionale, accompagnato tra gli altri dalla presenza del governatore regionale Luca Zaia. Il presidente del Consiglio ha parlato davanti agli studenti della scuola media Dante Alighieri di Sommacampagna, prima tappa del viaggio. Successivamente il premier si recherà a deporre una corona al vicino Sacrario di Custoza: un Draghi meno istituzionale e più umano, dopo giorni difficili in Parlamento:

Un saluto ed un abbraccio grande ai veneti. In fondo anch’io sono mezzo veneto“, ha esordito nel suo discorso agli studenti.

Mario Draghi in visita a una scuola nel Veneto

Mario Draghi inizia il suo tour istituzionale in Veneto, per la prima volta da premier, presso una scuola media del veronese. L’occasione per il presidente del Consiglio di fare una riflessione più ampia, che esuli dal solo contesto politico e abbracci anche questioni più umane:

Devo moltissimo ai miei genitori per ciò che sono diventato oggi, soprattutto dal punto di vista psicologico e formativo. Li ringrazio per avermi insegnato l’amore per il lavoro e il rispetto delle regole. La scuola mi ha fornito degli insegnamenti straordinari, sia in America che in Italia. Troppo spesso la gente si dimentica quanti insegnanti bravi ci sono sulle nostre cattedre“.

Gli insegnanti sono i primi maestri di vita, ma Draghi desidera dedicare un pensiero speciale alla moglie:

Gli insegnanti si sacrificano ma si divertono a stare con i ragazzi, sono i primi a darti lezioni di vita, ci aiutano a trovare la consapevolezza in noi stessi. Ma se c’è una persona che devo ringraziare negli ultimi quarant’anni è mia moglie, per la capacità di capire i momenti, per la famiglia, i figli“.

Il premier agli studenti: “Orgoglioso della vostra ospitalità verso i ragazzi ucraini”

Poi i toni si fanno seri e il premier racconta al pubblico giovane cosa significa dover fronteggiare una guerra sotto il profilo istituzionale:

L’Italia cerca la pace e per questo ho chiesto al Presidente americano Biden di chiamare il presidente russo Putin. Con Mosca ho tentato varie volte la strada diplomatica, tuttavia mi hanno sempre detto che non era il momento giusto. Per fortuna Washington mi ha ascoltato e ha riavviato i colloqui telefonici“.

Nel suo discorso il leader di Palazzo Chigi ripercorre anche le tappe della sua nomina:

Sono contento se riesco a fare le cose che devo fare, a cambiarle in meglio. Il Presidente Mattarella mi ha chiamato e mi ha chiesto se me la sentivo: io ho detto si. Era un momento molto difficile, il virus dilagava e l’economia arrancava. Guidare un Paese in un momento difficile è una grande responsabilità“.

Infine un ringraziamento agli italiani, e ai ragazzi delle scuole per aver accolto la popolazione ucraina in fuga dalla guerra:

«I più giovani sono stati eccezionali, mi commuove molto quello che sta accadendo nelle scuole. Sono arrivati circa 4500 minori non accompagnati, tutti progressivamente inseriti. Gli insegnanti sono stati formidabili e ragazzi come voi molto ospitali. Il Presidente ucraino ci ringrazia sempre».