Congedo mestruale in Italia? La strada è ancora lunga ma ora c’è un punto di partenza. In questo nostro articolo, infatti, raccontavamo ai lettori che la Spagna sarebbe potuta diventare il primo paese occidentale a concederlo ed ora tutto questo è avvenuto. Si tratta di un grande passo in avanti nella storia dei diritti delle donne. Perché, sarà anche lapalissiano, ma sembrava che non a tutti fossero chiare le differenze tra il corpo femminile e quello maschile e che una tutela reale e concreta avrebbe dovuto muovere i passi da questa premessa. Ora si taglia questo traguardo, accettando definitivamente che la parità si ottiene riconoscendo le differenze.

Il riconoscimento del congedo mestruale

Pochi giorni fa in Spagna è stato tagliato questo importante traguardo:

“Il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge che prevede l’introduzione del congedo mestruale. Si tratta della prima nazione europea a riconoscere questo diritto a chi ha delle mestruazioni dolorose.”

L’approvazione del disegno di legge sul congedo mestruale la racconta la ministra spagnola delle Pari Opportunità Irene Montero con queste parole:

“Abbiamo promulgato una legge che vuole aiutare le donne a vivere meglio. Adesso il testo sarà sottoposto a un secondo passaggio in Consiglio dei Ministri e poi verrà avviato l’iter parlamentare.”

Per completezza d’informazione, va detto che il congedo mestruale in terra spagnola non è arrivato senza polemiche: protestano i datori di lavoro, il personale sanitario, ma anche alcune donne che hanno dubbi su quanto sia corretto dare peso a quetso diritto.

Le dichiarazioni

In merito al congedo mestruale in Italia e in Spagna si è espressa la sindacalista Carmen Escandón, che si occupa di pari opportunità per il sindacato UGT Asturias e lo ha fatto con queste parole:

“In Italia e in Spagna abbiamo problemi simili. Dobbiamo affrontare questi temi con profonda riflessione perché può causare problemi con l’azienda e diventare un nuovo ostacolo alle assunzioni. Non saremo favorevoli a un permesso che erige barriere. Ci sono ancora datori di lavoro che ti chiedono se fare la mamma è nei tuoi piani e questo permesso potrebbe stigmatizzare le donne.”

Ma, secondo l’opinione della dottoressa Úrsula Szalata, collaboratrice del sindacato Comisiones Obreres d’Asturies, stigmatizza più che altro le accuse non stanno in piedi:

“Non tutte le donne sono uguali, né tutti i cicli sono uguali. Inoltre, solo perché hai l’opzione non significa che la usi. La considero la conquista di un diritto come ai suoi tempi era il congedo di maternità, che è stato interiorizzato e accettato. Non capisco il rumore, stiamo sostenendo la salute sul lavoro con una prospettiva di genere.”

Il disegno di legge sul congedo mestruale

Cosa introduce la normativa sul congedo retribuito per le donne che devono fare i conti con mestruazioni dolorose e invalidanti? Che va chiesto solo presentando certificato medico e che può durare così:

“Inizialmente la bozza includeva tre giorni estendibili fino a cinque, ma il disegno di legge approvato non prevede un massimo di giorni. Verrà riconosciuto fino alla durata necessaria in baso al singolo caso.”

Tutto è perfettibile ma la gioia della Montero si può riassumere con la frase “È finito il tabù, stop allo stigma e alla sofferenza in silenzio”. E il congedo mestruale in Italia? Di solito l’esempio di un paese vicino fa gioco alla discussione pubblica. Potrebbe essere il caso anche di questo tema.