La guerra in Ucraina entra nel suo 86esimo giorno e viene aperta come di consueto dal videomessaggio alla nazione di Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino comunica nuovi attacchi russi nella notte in due diverse aree del Paese, il più significativo a Desna, vicino al confine bielorusso.

Zelensky: “Nuovo raid missilistico a Desna”

Il tradizionale discorso di apertura del presidente ucraino Volodymyr Zelensky racconta di nuovi bombardamenti russi nel Paese, provocando vittime e feriti. Le situazioni più critiche si registrano a Severodonestk (Lugansk) e Desna (Chernihiv):

Nella notte abbiamo verificato il brutale e assolutamente inutile bombardamento di Severodonetsk, con 12 morti e decine di feriti in un solo giorno. Inoltre segnaliamo il raid missilistico nella regione di Chernihiv, a Desna, dove continua lo sgombero dei detriti e la conta delle vittime da estrarre dalle macerie. Tutto questo non è solo ostilità bellica“.

Il leader di Kiev torna dunque all’attacco scagliandosi contro la violenza delle truppe di Mosca:

Il Donbass è completamente distrutto, ciò non risponde ad alcuna strategia militare per la Russia. Questo è un tentativo intenzionale e criminale di uccidere il maggior numero possibile di ucraini. Vogliono distruggere più case, luoghi pubblici, aziende,: tutto ciò sarà qualificato come genocidio del popolo ucraino e gli occupanti saranno sicuramente assicurati alla giustizia“.

Il leader ucraino certifica le difficoltà economiche del Paese

Oltre alle difficoltà sul campo, Zelensky sottolinea le condizioni umane ed economiche di un Paese allo stremo, e richiede nuovi aiuti. In tal senso il maxi-pacchetto da 40 miliardi di dollari degli Usa garantirà rifornimenti per diverso tempo:

L’Ucraina necessita di un sostegno finanziario rapido e sufficiente per sopravvivere alla guerra per la libertà. Lo dico molto francamente: il deficit di bilancio in Ucraina è di cinque miliardi di dollari. Proteggere l’Ucraina significa anche proteggerla dalle nuove guerre e crisi che la Russia può provocare

La fase finale è la più difficile e la più sanguinosa. Non possiamo permetterci di dire che la guerra è finita”. Una volta che tutto questo sarà finito ricostruiremo il Paese con le migliori infrastrutture e tecnologie per garantire la massima sicurezza“.