Storico record per l’Islanda che da 25 anni sta sequenziando il DNA di tutti i suoi abitanti, con importantissime implicazioni su molte malattie e su ricerche del futuro.
La mappatura del Dna in Islanda
Tutto è iniziato negli anni ‘90, e oggi deCODE genetics, l’azienda del gruppo Amgen, ha raccolto dati su oltre 10mila tratti umani.
Una ricerca avvenuta su malattie ma anche a elementi del comportamento grazie al sequenziamento completo di ben 350 mila genomi. Grazie a questa straordinaria conquista scientifica, oggi conosciamo meglio la diversità genetica della specie umana. Inoltre, ha permesso di individuare i geni che influenzano il rischio di oltre 400 malattie (tra questi alcuni tumori, l’Alzheimer, il diabete, l’infarto del miocardio, l’aneurisma, la fibrillazione atriale, ma anche la dipendenza da nicotina, l’abuso di caffè e il peso) e che potrebbero aiutare nello sviluppo di farmaci innovativi, anche personali.
Per celebrare i 25 anni di ricerca genetica e il contributo dato alla comprensione della ‘diversità umana’ è stata organizzata a Reykjavik una conferenza che ha visto la partecipazione di scienziati e ricercatori provenienti da tutto il mondo.
Perché in Islanda
Il perché dell’isola a Nord dell’Atlantico è arrivata da Unnur Thorsteindottir, vicepresidente della ricerca genetica presso deCODE genetics:
“La popolazione islandese è omogenea e piccola, ma grande abbastanza da poter studiare l’impatto dei geni sulla maggior parte delle malattie umane. Dal 1997 abbiamo iniziato a compilare il “Libro degli islandesi” in cui abbiamo ricostruito la genealogia dei nostri connazionali; questi dati, uniti al fatto che nell’isola si è verificato il cosiddetto “effetto fondatore”.
L’Islanda ha fatto da apripista agli altri Paesi, dal 2017 infatti si è estesa la ricerca sul genoma umano anche fuori dall’Islanda, con il database genetico di deCODE che risulta essere il più ampio del mondo.