Un nuovo scandalo politico sta smuovendo i Paesi Bassi. Ad esserne interessato è il primo ministro Mark Rutte, finito nell’occhio del ciclone per un vecchio Nokia. Giovedì è stata convocata una riunione d’emergenza, proprio per discutere della sua situazione, reo di aver cancellato la maggior parte dei messaggi sul suo telefono cellulare.

Un Nokia sta scuotendo i Paesi Bassi

Mark Rutte, in carica dal 2010 e attualmente a capo di una coalizione centrista, è finito al centro delle polemiche proprio per aver cancellato, ogni giorno per anni, numerosi messaggi dal suo telefono. Una legge nazionale, infatti, impone che la corrispondenza dei componenti del governo venga conservata per questioni di trasparenza. L’inchiesta è stata pubblicata dal quotidiano olandese ‘Volkskrant‘. Nel 2020 il giornale aveva avviato un procedimento legale per chiedere l’accesso ad alcuni messaggi inviati e ricevuti dal primo ministro durante la pandemia da coronavirus.

Il quotidiano ha scoperto che la corrispondenza disponibile includeva solo alcuni messaggi inviati dal primo ministro. Alcuni di questi trovati, tra l’altro, sui cellulari degli altri membri del governo e non sul suo. Sul telefono, tra l’altro, mancavano moltissimi messaggi, sistematicamente cancellati. Per giustificarsi, il leader del partito di centrodestra ha dichiarato che il cellulare che usava era un vecchio Nokia con pochissima memoria. Rutte avrebbe comunque scelto di continuare ad usarlo, vista al poca dimestichezza con i telefoni moderni.

A conferma di ciò è arrivata la conferma dello stesso ‘Volkskrant. Il Nokia 301 è effettivamente un telefono piuttosto arcaico per gli standard di oggi, con soli 64 megabyte di memoria. Nonostante questo il comportamento del primo ministro è stato considerato molto problematico. I membri dei vari partiti politici hanno detto che lo stesso Rutte avrebbe deciso quali informazioni di potenziale interesse pubblico fosse utile mantenere e quali no. C’è chi, invece, come Freek Jansen, leader del partito di estrema destra, che lo ha accusato di portare in giro da anni due smartphone.