Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio prosegue il tour internazionale con la visita alla sede Onu di New York dove ha incontrato il segretario generale Antonio Guterres. Sul tavolo la discussione in merito alla strategia dell’Italia sul raggiungimento della pace in Ucraina. Il quotidiano Repubblica ha raccolto alcune indiscrezioni circa i contenuti del documento elaborato dalla Farnesina in collaborazione con Palazzo Chigi e illustrato ai diplomatici dei ministeri degli Esteri del G7 e del Quint.

Quattro tappe nella strategia italiana di pace in Ucraina

Il documento presentato all’Onu da Luigi Di Maio sul raggiungimento dell’obiettivo di pace in Ucraina è articolato in quattro tappe. Ciascuna di esse richiede, secondo il governo, la supervisione di un Gruppo internazionale di Facilitazione. La prima fase riguarda il cessate il fuoco, ribadita da Mario Draghi nell’informativa in Senato, poi ecco la valutazione diplomatica del futuro dell’Ucraina. Infine la risoluzione dei nuovi confini di Kiev e la creazione di un accordo multilaterale sulla pace e sulla sicurezza in Europa.

Il primo punto, ossia quello del cessate fuoco, avrebbe effetto immediato, con l’obiettivo di smilitarizzare la linea del fronte. Sulla seconda richiesta, le posizioni sono un po’ divergenti rispetto alle recenti dichiarazioni: in breve, sì all’ingresso dell’Ucraina nell’Ue ma solamente dopo una fase intermedia di neutralità. L’obiettivo è non creare favoritismi rispetto ad altri Stati che sono in trattativa.

Di Maio: “Lavoro costante per sbloccare esportazioni grano”

Il passaggio più delicato riguarda il terzo step, vale a dire la definizione dei nuovi confini ucraini. Entra in ballo il nodo della sovranità nazionale, espressa tramite disposizioni legislative e costituzionali oppure di autogoverno. I principali territori interessati dal provvedimento sono la Crimea e il Donbass. Inoltre, è urgente regolamentare in queste zone i diritti linguistici e culturali, la libera circolazione, la conservazione del patrimonio storico.

L’ultimo bullet point, ampiamente prevedibile ma ugualmente complesso da soddisfare, farebbe viaggiare di pari passo il ritiro delle truppe russe dall’Ucraina con la revoca delle sanzioni alla Russia. Intanto Di Maio è tornato a parlare dell’emergenza alimentare che rischia di colpire non solo l’Occidente ma le aree più povere:

La guerra in Ucraina sta scatenando una crisi mondiale del pane che dobbiamo fermare all’istante. Vogliamo costruire insieme un corridoio marittimo sicuro per provare a portare via il grano dal Paese e permettere quindi ai produttori ucraini di esportarlo e riportarlo sul mercato. Senza un intervento rapido, il prezzo del grano crescerà di un ulteriore 20% entro la fine dell’anno, causando una perdita di potere d’acquisto”.