Il Ceo di Tesla, Elon Musk, continua a far parlare di se. L’esclusione dallo Standard & Poor’s, l’indice che raggruppa le migliori 500 aziende quotate nella borsa americana, della società di produzione di auto elettriche, ha fatto perdere 12 miliardi di dollari all’imprenditore sudafricano. Un periodo decisamente no, dopo il passo indietro sull’acquisizione di Twitter.

Siamo arrivati al tramonto dell’impero di Elon Musk?

Siamo stati abituati a lungo, soprattutto lo scorso anno, ai tweet di Musk, divenuti talmente tanto popolari da indirizzare il mercato. Quell’epoca, però, sembrerebbe giunta al termine e lo stesso Ceo di Space X ha voluto attaccare il mondo della finanza ESG, usando proprio Twitter.

La principale causa dell’esclusione di Tesla dallo S&P 500 è dovuta alla mancanza di un piano di decarbonizzazione e le emissioni che vengono create dal car maker nella produzione delle vetture a batteria. A finire sotto i riflettori sono state anche le condizioni dei lavoratori nella fabbrica americana di Fremont, oltre agli incedenti mortali causati dall’auto-pilota.

Ha destato scalpore anche la scelta dello stesso Musk di dare chiare indicazioni sul proprio voto, dicendo: “In passato ho votato i Democratici, perché erano (soprattutto) il partito della gentilezza. Ora sono diventati il partito della divisione e dell’odio, quindi non posso più sostenerli e voterò i Repubblicani”.

Nel frattempo, però, stando ai dati di Bloomberg.com, a causa del selloff che ha colpito i mercati americani mercoledì, Elon Musk ha perso 12 miliardi. Una cifra che, dall’inizio dell’anno, ha raggiunto i 60 miliardi, di cui 49 dall’inizio della scalata in Twitter da inizio aprile. Ma secondo la stessa agenzia, il miliardario sudafricano non sarebbe l’unico ad aver perso parte del proprio patrimonio. Changpeng Zhao, Ceo e fondatore di Binance, è in calo di 81 miliardi di dollari, mentre Jeff Bezos ne ha persi 62 miliardi.