Gli Ufo, o oggetti volanti non identificati, vanno studiati perché potrebbero essere un rischio per la sicurezza nazionale. Parola di Ronald Moultrie, sottosegretario americano per l’intelligence e la sicurezza.

Per la prima volta si parla di Ufo

Al Congresso americano c’erano anche dei membri del Pentagono in una giornata in cui, durante un’audizione pubblica, si è parlato dei fenomeni aerei non identificati. Mai prima d’ora si era parlato negli Stati Uniti in maniera così aperta di alieni. Come ricorda anche la AdnKronos, questo meeting è la prima seduta aperta al pubblico dal 1966. Sotto la lente d’analisi, come riporta anche la CNN, lo studio di “144 fenomeni aerei non identificati” rilevati dall’intelligence americana a partire dal 2004. Di questi 144, solo uno ha trovato spiegazione. Secondo l’esponente democratico André Carson, presidente della giuria che ha tenuto il meeting,

“I fenomeni aerei non identificati sono una potenziale minaccia alla sicurezza nazionale. E devono essere trattati in questo modo”. Oggi sappiamo meglio. Gli Ufo sono inspiegabili, è vero. Ma sono reali. Devono essere indagati. E qualsiasi minaccia che pongono deve essere mitigata”

Un’ora e mezza di discussione pubblica, cui è seguito un briefing a porte chiuse.

“Giusto tenere il segreto”

Scott Bray, vicedirettore dell’intelligence navale, nel suo intervento ha ribadito anche la necessità di mantenere in passato il segreto riguardo alcune materie, avvistamenti compresi:

“Data la natura della nostra attività, la difesa nazionale, a volte abbiamo dovuto essere meno disponibili con le informazioni nei forum aperti di quanto molti sperassero”. “Se gli Ufo rappresentano davvero una potenziale minaccia alla nostra sicurezza, allora le capacità, i sistemi, i processi e le fonti che utilizziamo per osservare, registrare, studiare e analizzare questi fenomeni devono essere classificati a livelli appropriati”. “Non vogliamo che i potenziali avversari sappiano esattamente cosa siamo in grado di vedere o capire o come arriviamo alle conclusioni che traiamo”.