Il Ministero della Difesa ha pubblicato un bando per la coltivazione della cannabis medica e finalmente si aprono nuovissime opportunità lavorative in Italia.
Attualmente, nel nostro paese, l’unica società capace di coltivare cannabis medica è lo stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze e ne fornisce tra i 100 e i 150 kg l’anno, nonostante la richiesta ammonti a 3 tonnellate in tutta la nazione.
La cannabis medica proviene da piante cresciute senza pesticidi e per le quali ogni passaggio, dalla nascita della pianta, sino alle ultime fasi in cui viene immesso nel packaging, deve rispettare standard internazionali definiti da GACP (Good Agricultural e Collecting Practice) e GMP (Good Manufacturing Practice).
La sua prescrizione da parte dei medici italiani negli anni è aumentata in maniera vertiginosa, fino a quadruplicare. Nel 2017 i kg richiesti dal mercato sono arrivati a 351, mentre nel 2021 sono ammontati a 1271. La domanda cresce ma il prodotto risulta sempre più difficile da reperire e i tempi di attesa possono diventare estremamente lunghi. Il bando cerca di dare una risposta al problema. Oggi la cannabis medica che viene prodotta in Italia è in regime di monopolio statale.
Uno sguardo al futuro, ma con regole troppo restrittive
Non è così facile per chi volesse entrare nel settore. Per candidarsi le opportunità sono numerose, con la data di scadenza che è fissata al 27 giugno 2022, solo pochi mesi dopo la pubblicazione (in Germania, che rappresenta il mercato più grande d’Europa, per lo stesso tipo di richiesta il bando è rimasto aperto per 2 anni).
Per candidarsi le società dovranno essere provviste di: un impianto per la coltivazione indoor; personale specializzato; lampade al sodio e una produttività (almeno) di 500kg l’anno.
L’azienda che volesse candidarsi deve essere già provvista sia di un impianto per la coltivazione interna della cannabis che prevede un’estensione di diversi ettari (quasi esclusivamente in serra), le lampade sopracitate, invece, non devono essere al Led (che sarebbero molto meno costose). L’aspetto più controverso tra quelli anticipati, però, resta la capacità produttiva. Infatti 500 kg l’anno di cannabis, attualmente, equivalgono a quasi 5 anni di produzione dell’attuale fornitore. Come riusciamo ad ovviare a questa voragine tra domanda e offerta? Attraverso importazioni da Germania e, soprattutto, Olanda. Dettagli che limitano la possibilità di partecipazione a startup, piccole e medie imprese.
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