Scatta l’allarme sui buoni pasto. A lanciarlo sono le principali associazioni di categoria: ANCD Conad, ANCC Coop, FIEPeT Confesercenti, Federdistribuzione, FIDA e Fipe Confcommercio. Gli enti sopra citati contestano l’intero sistema, che definiscono “degenerato”, alla vigilia della pubblicazione della gara BP10, indetta dalla Consip. La richiesta è piuttosto semplice: ridurre le commissioni a carico dei riceventi.

Senza un cambio di passo deciso nel criterio di erogazione dei buoni pasto, allora le imprese della distribuzione commerciale e della ristorazione potrebbero smettere di accettare i ticket. In questo modo si creerebbe un danno enorme a una platea di circa 3 milioni di lavoratori pubblici e privati che si avvalgono di questo strumento.

Buoni pasto, se ne va almeno il 20% in commissioni

Parlando di cifre relative alla portata del fenomeno legato ai buoni pasto, gli ultimi dati si riferiscono al 2019, dunque al periodo pre-pandemia. In totale sono stati emessi 500 milioni di ticket, dal valore complessivo di 3.2 miliardi di euro. A beneficiarne dello strumento sono soprattutto i lavoratori privati, circa 2 milioni, per un totale di 325 milioni di ticket. Sommandolo al dato delle pubbliche amministrazioni, si ottiene un giro d’affari giornaliero di 13 milioni di buoni pasto.

Le aziende, dunque, pretendono il rispetto del valore nominale del buono pasto, eliminando del tutto le commissioni. Nelle ultime due gare Consip, risalenti al 2018 e al 2020, la media degli oneri che gravano sugli esercizi è stata pari al 18,8%, seppur in calo. Alquanto diversa rispetto ai ticket destinati alla pubblica amministrazione, esenti dalla tassazione. Inoltre si richiede una definizione dei tempi certi di rimborso da parte delle società emettitrici.

Codacons già pronto a sollevare l’ascia di guerra

La conferenza stampa a Roma delle principali sigle coinvolte scatena immediatamente l’effetto domino. A stretto giro arriva infatti un comunicato del Codacons, la principale organizzazione a tutela dei consumatori, a mettere le cose in chiaro:

Nel caso i ticket venissero rifiutati presenteremo una valanga di denunce in tutta Italia. Inoltre avvieremo una formale class action a tutela dei lavoratori danneggiati, volta a far ottenere loro il risarcimento dei danni patrimoniali subiti. Se un esercizio rifiuterà i buoni pasto sarà nostra cura segnalarlo per la revoca della convenzione per il grave inadempimento delle obbligazioni contrattuali“.