Il generale Mauro Del Vecchio, che ha guidato i contingenti italiani a Kabul, in un’intervista rilasciata a Il Messaggero, si è espresso sull’attuale scenario bellico in Ucraina.
Il punto della situazione in Ucraina secondo il generale Del Vecchio
Il generale che in passato ha condotto le truppe italiane nei teatri di guerra di Bosnia, Macedonia, Kosovo e Afghanistan, ha dichiarato che i soldati di Zelensky sono in grado di respingere l’offensiva russa. Inoltre ha aggiunto che a tal proposito, le armi americane e inglesi giocheranno un ruolo decisivo nel conflitto.
In una recente intervista Del Vecchio ha confermato il pensiero del colonnello Mikhail Khodaryonok. L’impegno sinora dimostrato dai soldati di Kiev nella difesa della loro patria, può dimostrarsi decisivo per le sorti della guerra.
Il generale ha infatti dichiarato: «Il colonnello ha ragione. La struttura militare è fatta da professionisti e non. I primi ovviamente sono meglio addestrati ma il semplice soldato trova la forza in sé stesso. La forza degli ucraini? Stanno combattendo per la loro libertà. Se messi in condizioni adeguate possono respingere gli invasori. Ma temo che non riusciranno a farlo del tutto».
Le strategie di Putin
Secondo Del Vecchio, all’inizio della guerra, i target di Vladimir Putin erano palesi anche se non dichiarati apertamente: «I primi giorni ha puntato dritto su Kiev, ha provato a conquistarla, annettersela, defenestrare Zelensky e i ministri e stabilire un suo governo. L’iniziale attacco è stato bloccato e probabilmente con questa azione delle forze ucraine è stato neutralizzato tutto il piano d’attacco del Cremlino».
Adesso, secondo il generale italiano, il presidente del Cremlino sta riconquistando posizioni nella parte orientale di Kiev, anche perché la Russia è focalizzata sul Donbass, divenuto ormai l’obiettivo (certo) finale.
Per ciò che riguarda i soldati di Zelensky, risulterà decisivo il rifornimento di armi provenienti dalla NATO. Del Vecchio conclude: «E se avessero ricevuto prima le armi forse lo scenario sarebbe stato ancora diverso».