La Duma ha annunciato due provvedimenti che potrebbero avere un impatto significativo sul conflitto in corso: l’uscita del Cremlino da OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio) e il divieto di scambio di prigionieri.
La Russia non vuole scambiare i prigionieri con il Battaglione Azov, definito da molti membri della Duma “un gruppo criminale”. Nel frattempo Zelensky parla di tentativo russo fallito in Donbass.
🇷🇺La #Duma russa valuterà il possibile ritiro del Paese dall'Organizzazione mondiale della sanità (#Oms), così come dall'Organizzazione mondiale del commercio (#Wto)
— Geopolitica.info (@Geopoliticainfo) May 18, 2022
Duma fuori da OMS e WTO: le ragioni dietro il possibile abbandono
È emergenza sanitaria a Mariupol, città ormai quasi interamente occupata dalle truppe russe. In aumento il rischio di colera, notizia che ha indispettito non poco Mosca, che al contrario cerca di dimostrare un progressivo ritorno alla normalità all’interno dell’area.
Probabile che sia stato ciò a condizionare l’intenzione della Duma di abbandonare l’OMS. Per ciò che concerne la possibile uscita dal WTO, questa potrebbe essere motivata da una risposta all’inasprimento delle sanzioni commerciali nei confronti della Russia.
No allo scambio di prigionieri
L’altro importante provvedimento valutato da Mosca, riguarda il divieto di scambio di prigionieri con il Battaglione Azov. Dopo la resa di Mariupol, sono usciti circa 260 soldati dall’acciaieria di Azovstal. Molti deputati russi però si oppongono alla scelta di un eventuale scambio di prigionieri militari, definendo i difensori dell’acciaieria arresi dei “criminali”.
A Mariupol intanto la situazione sembra essere un po’ confusa, infatti all’interno di Azovstal restano ancora alcuni soldati del battaglione Azov. A tal proposito non è del tutto chiaro se le operazioni di evacuazione continueranno o meno.
L’evacuazione dallo stabilimento industriale
Ieri i contatti tra Kiev e Mosca si sono interrotti e ciò potrebbe aver rallentato o addirittura arrestato l’evacuazione degli ultimi combattenti dall’acciaieria. I feriti gravi dovrebbero oramai essere fuori dallo stabilimento e secondo le fonti della Reuters, anche molti soldati non feriti sarebbero stati trasportati su bus diretti fuori Mariupol. L’attenzione adesso rimane focalizzata su quanto accadrà nelle prossime ore, ovvero se l’incubo per molti soldati ancora presenti all’interno di Azovstal avrà fine o meno.
Inoltre è da capire quale sarà il destino di Mariupol, in quanto la città ormai è sotto il controllo russo e degli alleati filorussi. In diverse aree della città, sono state riaperte le scuole sotto lo sventolamento delle bandiere russe e della Repubblica Popolare di Donetsk.
Difficilmente Kiev sarà disposta a perdere Mariupol e a riconoscerla come annessa a Mosca o a una delle repubbliche del Donbass. A tal proposito il presidente ucraino Zelensky, più volte ha dichiarato di non essere d’accordo sul ridimensionamento territoriale del suo Paese.