Sia la riforma Cartabia che i referendum sulla giustizia intervengono in materia di riforma del Consiglio Superiore della Magistratura con l’obiettivo di arginare il fenomeno del correntismo. Secondo Luca Palamarala proposta governativa è inutile da questo punto di vista. Non risolve assolutamente nulla“. L’ex presidente dell’Anm è intervenuto al Tg Plus di Cusano Italia TV condotto da Aurora Vena.

Palamara: “Il referendum è un segnale inequivoco della volontà dei cittadini”

Non possiamo mai pensare che il problema dei guasti dei rapporti fra la magistratura e la politica possa essere risolta modificando per l’ennesima volta modificando la legge elettorale del Csm, suvvia! Non risolverebbe assolutamente. Le correnti ci sono e ancora hanno un pacchetto di voti importante. E non consentirebbe a chi non fa parte delle correnti di emergere.

Il discorso referendario invece è un modo per coinvolgere i cittadini e quindi far si che la politica, a quel punto, possa essere realmente incentivata per risolvere un problema che oramai nella realtà dei fatti ha messo sotto l’attenzione. Il referendum è un segnale inequivoco della volontà dei cittadini di cambiare. Inciderebbe in maniera più incisiva rispetto a quello che è il contenuto dell’attuale riforma Cartabia.

Come i partiti sono entrati in crisi nella politica, così le correnti sono entrate in crisi nel mondo della magistratura. Tanto hanno fatto discutere gli eventi del 2019, tanto hanno fatto discutere i rapporti con la politica ma sono eventi di questi giorni, di queste ore, le notizie relative al fatto che l’attuale vicepresidente del Csm è stato eletto con questi meccanismi. Allora, se quei meccanismi adesso non vanno più bene, penso che l’occasione del referendum possa essere quella giusta per spiegare ai cittadini come realmente avvengono i meccanismi interni della magistratura. Per cercare di migliorare la situazione” ha aggiunto Palamara.

La riforma temuta dalla magistratura è il sorteggio

“Quando ero presidente dell’Anm c’era una sola riforma temuta all’interno della magistratura per superare i guasti del correntismo. Ed era quella del sorteggio. Per altro voluta da una piccola parte della magistratura. Penso che questo grido di allarme debba essere preso in considerazione e in qualche modo veicolato all’opinione pubblica. Su una cosa possiamo essere tutti d’accordo: l’opinione pubblica è disorientata. Quando parla di magistratura vuole una magistratura autonoma ed indipendente, non a parole ma nei fatti. Le domande che spesso mi vengono rivolte, così come a tanti magistrati, è ‘ma quel magistrato è di destra o di sinistra?’ Si tratta di un qualcosa che deve essere superato”.

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