A 14 anni diventato padre dopo una storia a base di sesso a Prato. A sedurlo, un’amica di famiglia che gli doveva impartire ripetizioni di inglese, e che invece instaurò una relazione sessuale. Quella stessa donna, oggi, è stata condannata a 6 anni e 5 mesi.
“Se mi lasci mi uccido”
La vicenda è avvenuta a Prato, nel 2018 quando la donna, un’operatrice sanitaria oggi 34enne, diede alla luce un bambino avuto proprio dal giovane. Una relazione fatta anche di ansie, come si evince dai messaggi inviati al ragazzo dalla donna:
“Dove sei?”
“Rispondimi”
“Perché non rispondi?”
Ma anche di minacce, come quella di rivelare la paternità del neonato in caso il ragazzo avesse posto fine alla relazione. Fino ad un pesantissimo “Se mi lasci mi uccido“, “mi sparo aria in vena“. La corte d’appello del tribunale di Firenze quest’oggi ha emesso la condanna a 6 anni e 5 mesi per atti sessuali e violenza sessuale per induzione su minore. Rispetto alla sentenza di primo grado, la pena è stata ridotta di 15 giorni. Lo sfogo del ragazzo a sua madre, raccontato dal Corriere della Sera, è un colpo allo stomaco:
“È colpa di quella donna, mi voleva sempre per sé. Le gridavo di lasciarmi in pace, le dicevo che non volevo più stare con lei. E allora mi ha detto che quel figlio che ha partorito non era del marito ma mio”.
Assolto il marito
Nella storia di sesso a Prato, è stato assolto il marito della donna, condannato inizialmente in primo grado a un anno e 8 mesi, per essersi attribuito la paternità del bambino. L’uomo, che ha già un altro figlio dalla moglie, secondo le ricostruzioni dell’accusa era a conoscenza della paternità del bambino. I difensori, gli avvocati Mattia Alfano e Massimo Nistri, si dichiarano “contenti per il risultato di un padre che non ha fatto altro che regalare il suo amore per un neonato” e preannunciano per la donna il ricorso in Cassazione.
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