Mario Draghi non intende subire altri ‘stop and go’ dai partiti

‘Blindare’ un accordo – “e non certo al ribasso” – con il centrodestra sulle concessioni balneari e iniziare a votare il disegno di legge sulla concorrenza. Poi “sbloccare” la riforma del fisco. Mario Draghi non intende subire altri ‘stop and go’ sulle riforme necessarie per ottenere i fondi del Pnrr. Dobbiamo “procedere rapidamente con l’agenda” aveva scandito il premier sabato a Sorrento e, rientrato a lavoro a palazzo Chigi, interviene in prima persona per sciogliere gli ultimi nodi. In quest’ottica si inserisce l’incontro con Matteo Salvini. Concessioni al leader della Lega ok, ma non troppo. E questo deve valere su tutto, non solamente sui balneari o sul fisco. Rimandare ancora, è il refrain di palazzo Chigi, non è un’opzione. La  linea di palazzo Chigi, dopo il confronto e la mediazione, una volta che un provvedimento viene approvato, è che il Parlamento non può bloccarlo in nome di presunti ‘diritti di bandiera’. “Altrimenti ognuno si assumerà le proprie responsabilità” spiegano da Palazzo Chigi. Non per niente anche al Colle sono preoccupati dalla piega che stanno prendendo gli eventi e hanno avviato colloqui riservati con le principali forze politiche per cercare di “sminare” la situazione.

Draghi ha dato garanzie al Quirinale di voler portare a termine la legislatura

Per quanto i rapporti tra Draghi e Mattarella non siano più quelli di un tempo, di fronte al rischio di mettere a repentaglio l’azione dell’esecutivo in un momento così particolare della storia della Repubblica dovuto alla crisi economica e alla guerra in Ucraina, i due presidenti hanno ricominciato a giocare di sponda per evitare una crisi di governo (che comunque non dipenderebbe da Draghi perché, a quanto si apprende, ha già già dato garanzie al Quirinale di voler portare a termine il mandato).

Rafforzato l’asse tra Quirinale e Palazzo Chigi

Nel frattempo il Colle sta spingendo Mario Draghi ad accettare qualche compromesso con i partiti, in nome della stabilità del paese anche se l’ex presidente Bce non è disposto a concedere più di tanto alle forze politiche; ci sono i limiti posti dall’Europa e il mantra è sempre quello di “procedere rapidamente per non perdere i soldi del Pnrr” spiegano da palazzo Chigi.
Per Mattarella, come già anticipato nelle scorse settimane da questo giornale, il governo Draghi dovrebbe andare avanti fino a maggio del 2023, in modo da incassare anche la prima trance del Pnrr l’anno prossimo. Per questo è stato rafforzato ulteriormente l’asse Quirinale-Palazzo Chigi e dopo la freddezza dei mesi scorsi dovuta alla mancata “promozione” di Draghi al Colle ora l’ex presidente Bce può contare sul pieno sostegno del Quirinale per portare a termine la legislatura.