Nella giornata contro l’omofobia, Sergio Mattarella ha voluto lanciare il suo personale messaggio. Il Presidente della Repubblica ha parlato del rispetto e dell’uguaglianza, principi fondamentali nella vita di tutti.
Il messaggio del Presidente Mattarella nella giornata contro l’omofobia
Come anticipato, la giornata contro l’omofobia ha offerto al presidente Mattarella gli spunti necessari per parlare dei valori inderogabili della società moderna. Ecco le sue parole:
“Rispetto e uguaglianza non sono principi derogabili. Questa giornata internazionale chiede l’attenzione sulle violazioni della dignità della persona motivate con orientamenti sessuali diversi dal proprio. Occorre educare a una cultura della non discriminazione, per costruire una comunità che metta al bando ogni forma di prevaricazione radicata nel rifiuto delle differenze.
Poi un approfondimento su solidarietà e senso di responsabilità:
Il rispetto di ogni persona, l’uguaglianza fra tutti i cittadini, sancita dalla nostra Costituzione e dagli ordinamenti internazionali che abbiamo fatto nostri, non sono derogabili. Solidarietà e responsabilità sono alla base della nostra comune convivenza. Solo la comprensione reciproca può portare alla piena accettazione di tutto ciò che è altro da sé al riconoscimento di ciascuna individualità. Il messaggio di questa giornata è l’invito a rinnovare l’impegno al rispetto dell’altro e delle sue scelte: elementi alla base del vivere collettivo”
I problemi di omotransfobia in Italia
Sono molte le associazioni in Italia che raccolgono dati sui problemi e sui crimini di omotransfobia in Italia. Ilga Europe è l’associazione che riunisce le maggiori organizzazioni per i diritti Lgbtq+ e ha piazzato l’Italia al 33esimo posto, su 49 Paesi presi in esame.
Sono ben 1487 le denunce penali per omotransfobia, in un periodo che va dal marzo 2021 all’aprile 2022.
Di queste denunce, una su tre viene dai più giovani (tra i 10 e i 20 anni) con un 58% per aggressioni fisiche. Un altro dato preoccupante è la percentuale di persone che, dopo un unione civile, ha avuto svantaggi sul lavoro, circa 1 persona su 4.