Dopo alcune indiscrezioni si allarga la spaccatura tra Elon Musk e Twitter. Sono giorni caldi nella Silicon Valley, con un tira e molla tra le parti che mette a serio rischio l’affare da 44 miliardi di dollari. L’accusa pubblica diretta al miliardario in merito alla violazione del patto di riservatezza non è andata giù a Musk, il quale ora rilancia con affermazioni importanti.
Al centro della discussione l’annosa questione degli account spam, fasulli e dei bot, che per l’amministrazione di Twitter rappresentano il 5% dei profili attivi. La società ha inoltre depositato alla Sec (l’ente di vigilanza americano) un documento nel quale accerta tale cifra. Il Ceo di Tesla continua a mostrare grande perplessità a riguardo, annunciando pubblicamente la possibilità di rinegoziare le cifre al ribasso.
“La mia offerta si basava sull’accuratezza delle dichiarazioni di Twitter. Il Ceo ha rifiutato pubblicamente di mostrare una prova che gli account falsi fossero minori al 5%. I dati sugli account spam sono fondamentali per la salute finanziaria di Twitter e per una comunicazione chiara agli inserzionisti. Questo accordo non può proseguire finché non sarà chiarito questo dato“.
For those of you who want to learn more in the meantime: https://t.co/3zShh9dbMjhttps://t.co/njNfHHGrZq
— Parag Agrawal (@paraga) May 16, 2022
Twitter protegge la propria privacy interna dagli attacchi di Musk
Elon Musk, durante la videoconferenza All-In Summit a Miami, ha rilanciato lo stop all’acquisizione di Twitter, almeno alle cifre precedentemente concordate. Sul tavolo la percentuale degli account “fake”, che per l’imprenditore sudafricano arrivano al 20% (rispetto al 5% dichiarato dall’azienda). In ogni caso, trovano conferme i rumors degli analisti negli scorsi giorni, circa l’interruzione della negoziazione, anche se il board del social network tiene a fare una precisazione.
“Una stima degli account spam dall’esterno è impossibile perché servono informazioni pubbliche e private che non possiamo condividere“.
Il Ceo di Tesla rischia una causa ma può anche vincerla
Se le tensioni tra i contendenti non dovessero placarsi, verrebbe cavalcata l’ipotesi di un contenzioso giudiziario. Twitter potrà avvalersi della clausola che prevede di rispettare i patti (o altrimenti di richiedere la penale da un miliardo di dollari), mentre Musk potrebbe dimostrare con i fatti le proprie tesi, dal momento che i dati sugli account sono pubblici.
In tutto questo nessuno ci guadagna veramente, con il titolo crollato sotto la soglia dei 40 dollari ad azione.