Silvio Berlusconi torna a presenziare in pubblico in occasione di una convention di Forza Italia in programma alla Fiera di Treviglio (Bergamo). Oltre a un’analisi puramente politica, il Cavaliere non usa giri di parole per condannare l’atteggiamento italiano e americano limitatamente alla guerra in Ucraina:

Ci portano in guerra e temo che continuerà a lungo. Siamo in guerra anche noi perché gli mandiamo le armi. Non esistono più leader disposti a negoziare, e così il signor Putin non si siederà al tavolo delle contrattazioni“.

Berlusconi su Biden: “Non è lui il leader mondiale”

Particolarmente decisa è la stoccata che Berlusconi rifila a Joe Biden, senza mai nominarlo:

Un leader mondiale che doveva avvicinare Putin al tavolo della mediazione gli ha dato del criminale di guerra e ha detto che doveva andare via dal governo russo. Un altro, il segretario della Nato (Stoltenberg, ndr), ha detto che l’indipendenza del Donbass non sarebbe mai stata riconosciuta. Con simili premesse il signor Putin è lontano dal sedersi al tavolo. Urge pensare a qualcosa di eccezionale per indurre Putin a fermarsi“.

Secondo il leader degli Azzurri manca una visione unitaria dell’Europea in tema di politica estera e difesa dei confini:

Dal 2002 ho chiesto all’Europa di trovare un comune denominatore in politica estera e in una forza armata comune. Oggi sommando i 27 Paesi spendiamo duecento miliardi di euro all’anno. Con una forza comune avremmo allestito una potenza militare mondiale.”

Il Cavaliere rivendica il ruolo di un’Europa unita

Nell’economia geopolitica internazionale, l’Europa è ormai schiava delle decisioni altrui, a cominciare dagli Stati Uniti:

Ora non contiamo nulla nel mondo. Io insisto ora che sono nel Ppe perché ci sia una politica estera e di difesa comune. Ora manderanno anche carri armati e cannoni pesanti. A quale scopo? Prepariamoci a un boomerang delle sanzioni sulla nostra economia. Già si è fermato lo sviluppo, avremo una diminuzione del nostro Prodotto interno lordo“.

I danni più gravi arriveranno dall’Africa. Questo perché nei porti dell’Ucraina sono ferme tonnellate di grano e mais. In Africa non hanno più benzina e temo che questo porterà a formare delle ondate di grandi dimensioni di profughi, di immigrati che verranno in Europa e in Italia“.