Droga, rapine e pizzo: nel mirino il clan Brancaccio. Polizia di Stato e Carabinieri di Palermo hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di 31 indagati accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, detenzione e produzione di stupefacenti, detenzione di armi, favoreggiamento personale ed estorsione con l’aggravante del metodo mafioso. Per 29 di loro scatta il carcere e due sono finiti agli arresti domiciliari.

Droga, rapine e pizzo: nel mirino il clan Brancaccio

Si va dall’imprenditore edile che corre a ‘mettersi a posto’ con i clan per non subire furti o danneggiamenti nel suo cantiere, all’ambulante che vende lo ‘sfincione’, tradizionale focaccia palermitana a base di sugo di pomodoro e caciocavallo: subiscono un’intimidazione e si sffrettano a pagare.

I provvedimenti emessi dal gip del Tribunale sono stati richiesti dalla Dda del capoluogo siciliano ed eseguiti da polizia e carabinieri. Al centro del mirino della guardia di finanza c’è òa zona di Brancaccio, alla periferia est della città di Palermo, dove nessuno sfuggiva alla legge del ‘pizzo’.

Il pizzo all’imprenditore edile e all’ambulante

L’agenzia Dire, riporta che una conversazione captata dalle microspie degli investigatori tra il responsabile delle estorsioni della cosca mafiosa e un suo sodale testimonia che quest’ultimo è stato avvicinato da un imprenditore edile che – avendo in progetto di acquistare un terreno nella zona di competenza della famiglia mafiosa per costruirvi appartamenti e consapevole di doversi assoggettare alle pretese mafiose per poter realizzare le costruzioni senza incorrere in furti, rapine o danneggiamenti – si è rivolto al referente mafioso della zona per ‘mettersi a posto’ e ottenere la protezione di Cosa nostra.

Per certi versi l’episodio dell’ambulante, il cosiddetto ‘sfincionaro’ è molto simile: dopo avere subito il danneggiamento della saracinesca del proprio laboratorio con l’attak, il venditore si è rivolto a uno degli indagati per pagare.

Gli investigatori, inoltre, segnalano la “pervicacia” dimostrata dagli estortori di Brancaccio che non avrebbero esitato a effettuare un sopralluogo in un cantiere edile, nonostante la vicinanza con il Commissariato di polizia della zona, per chiedere il pizzo.