Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha tenuto il discorso inaugurale in Parlamento dopo la sua quarta rielezione a capo del governo. Cuore delle sue dichiarazioni è l’embargo al petrolio russo, su cui il leader di Budapest ha posto il veto, spiegandone le ragioni. A riportare integralmente lo speech è il quotidiano magiaro Infostart:
“Il conflitto in Ucraina e le sanzioni contro la Russia hanno causato una crisi energetica. Ciò, insieme all’aumento dei tassi di interesse negli Usa, ha inaugurato un’era di alta inflazione globale, che preannuncia un’era di recessione economica“.
Sanzioni alla Russia, Orbán mantiene il veto e attacca l’Occidente: «Follia suicida» https://t.co/HRB70VlR9r
— Corriere della Sera (@Corriere) May 17, 2022
Orban in Parlamento per il discorso da neoeletto
Viktor Orban è stato recentemente rieletto a capo del governo ungherese, grazie a 133 voti favorevoli (su 200). In Parlamento il leader magiaro mette in guardia la nazione ma estende indirettamente l’avviso all’intera Europa sull’immediato futuro:
“Si alterneranno periodi di stagnazione, recessione e crescita modesta. La migrazione verso i paesi ricchi si sta intensificando, inoltre, c’è una vera guerra nella terra in casa del nostro vicino orientale (l’Ucraina ndr). Dobbiamo prepararci e adeguare la nostra politica“.
L’Europa vuole sradicare il credo cristiano-conservatore
Agli occhi dell’Europa Orban è visto come un ostacolo, un impedimento. Ma la sua posizione non è di totale chiusura:
“L’Ungheria non porrà il veto a sanzioni nei confronti della Russia, almeno fino quando non sarà minacciata la sicurezza energetica del Paese. I capi dell’Ue sono convinti che le sanzioni possono mettere in ginocchio la Russia perché non hanno certezze di ciò che succederà.”
“Siamo entrati nella Nato nel 1999, per costruire un caposaldo da cui creare la strategia di sicurezza dell’Ungheria. Ciò però non significa che la Nato debba par partecipare alla guerra. Come Ungheria sosterremo l’Ucraina con aiuti umanitari“.
Poi però arrivano le contestazioni alla gestione di Bruxelles:
“Bruxelles oggi però punta all’uniformità tra Paesi culturalmente diversi, un approccio al quale l’Ungheria non vuole adeguarsi. L’Occidente sta tentando il suicidio in questo modo, mostra una debolezza intellettuale assoluta. Noi vogliamo mantenere la nostra direzione, come ultima roccaforte cristiana-conservatrice in Europa“.