Elon Musk fa sapere di essere stato bacchettato dal team legale di Twitter dopo la rivelazione del dato relativo alla quantità di account falsi, duplicati o spam presenti sulla piattaforma. Una risposta alla reazione del tycoon, che non sembra molto convinto della scala con cui è stata fatta la misurazione, a suo giudizio irrisoria rispetto al valore reale. Twittando la sua frustrazione, l’imprenditore sudafricano avrebbe violato il NDA, il patto di riservatezza stipulato al momento dell’acquisizione del social network.

La questione degli account spam e dei bot è ormai a tutti gli effetti un cavallo di battaglia per il Ceo di Tesla, al punto che venerdì scorso aveva deciso di tornare sui propri passi e bloccare temporaneamente l’acquisizione.

Musk, nuova puntata della querelle con Twitter

La lunga sequenza di tweet di venerdì costa cara a Elon Musk. Contattato telefonicamente sabato dal board legale di Twitter per aver divulgato le ricerche interne sulla quantità di account spam presenti sul social (circa il 5%). L’unica certezza è che i rapporti tra le parti sono tutt’altro che idilliaci, con il tycoon particolarmente attivo sulla piattaforma. C’è chi pensa stia cercando di negoziare al ribasso le cifre dell’accordo nonostante la penale da un miliardo di dollari sia tutt’ora valida.

Spettatore disinteressato ma comunque partecipe della vicenda, Donald Trump calca la mano criticando il social da cui è stato bannato:

Non credo che Elon Musk abbia intenzione di comprare veramente Twitter. Ci sono troppi account e bot, ma in generale Twitter è piena di problemi da risolvere. Truth è molto meglio, ve ne accorgerete voi stessi. Noi non facciamo tweet, noi facciamo verità, basta dirlo e la gente impazzisce per come suona. C’è decisamente un’interazione maggiore“.