Si conclude senza offerte una delle due gare per la copertura delle reti 5G finanziate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Lo comunica il Mise a una settimana di distanza dalla chiusura delle buste, lo scorso 9 maggio. Il bando era stato aperto da Infratel, la società in-house del ministero dello Sviluppo economico, destinato a coprire con le reti di ultima generazione le aree “a fallimento di mercato”.

Le aziende del ramo telecomunicazioni hanno lasciato l’asta deserta, convenendo dopo una serie di calcoli che l’investimento risulti troppo oneroso. Una soluzione incredibile, se si pensa che lo Stato mette sul piatto un contributo pari a 974 milioni di euro, ossia l’89% dei costi totali. A far desistere l’interesse la collocazione estremamente periferiche delle aree in oggetto, rendendo impossibile prevedere un qualsiasi tipo di introito sufficiente.

Reti 5G e Pnrr, pesano i costi operativi

Nonostante dunque un Capex di quasi un miliardo, sono i costi operativi il principale fardello che ha scoraggiato il ramo tlc dall’offerta per il 5G nelle aree “a fallimento di mercato” tramite Pnrr. Tali zone sono quelle escluse dagli accordi stipulati nel 2018 in merito all’assegnazione della banda. Un patto da 4,8 miliardi che pende sui principali operatori telefonici italiani, in scadenza il prossimo settembre.

Grande delusione tra i corridoi del ministero dell’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, coordinatore della strategia per la banda ultralarga. L’opera sarebbe stata finanziata con il Pnrr, al termine di una lunga e faticosa consultazione con la Commissione Europea per strappare la massima condizione favorevole. Il ministro Vittorio Colao non vuole comunque farsi prendere dalla rassegnazione:

Siamo soddisfatti del risultato ottenuto nelle gare e vogliamo ringraziare gli operatori e Infratel per il grande sforzo prodotto in questi mesi. Al momento abbiamo ricevuto offerte per 37 lotti mentre per un lotto ulteriore è ancora in corso la gara“.

Un miliardo sul tavolo, quale il suo futuro?

A questo punto bisogna capire che fine faranno tali soldi. Verranno reindirizzati altrove o restituiti all’Ue? Tra le possibili destinazioni alternative, si potrebbe valutare la copertura di una clausola sull’aumento dei prezzi legati alle reti 5G per le altre gare relative alla banda ultralarga .

Il bando di gara in questione è relativo alla costruzione di nuove infrastrutture di rete per fornire servizi mobili con velocità di trasmissione di almeno 150 megabit al secondo in download e 30 megabit al secondo in upload. Le offerte hanno coperto tutti e 6 i lotti dell’altro bando di gara Pnrr per il 5G, con contributo massimo di 948,8 milioni e relativo a infrastrutture e relativi apparati attivi per rilegamenti in fibra ottica.